Il più grande archivio italiano di analisi statistiche sul tennis professionistico. Parte di Tennis Abstract

Probabilmente il più grande archivio italiano di analisi statistiche sul tennis professionistico. Parte di Tennis Abstract

Dominic Thiem e la capacità di ribaltare sconfitte impietose

ULTIMI ARTICOLI

ULTIMI ARTICOLI

Pubblicato l’8 giugno 2017 su TennisAbstract – Traduzione di Edoardo Salvati

// Agli Internazionali d’Italia 2017, Dominic Thiem è stato battuto da Novak Djokovic con un inequivocabile 6-1 6-0. Si è trattato per Thiem di un crollo totale dopo la sua vittoria a sorpresa nel turno precedente su Rafael Nadal, e sembra essere servito a ricordare il vecchio adagio per cui l’esito di una partita di tennis dipende molto da chi sta dall’altra parte della rete. Anche il giocatore che riesce a battere il Re della Terra Battuta può fare fatica contro un diverso tipo di avversario.

Non è stato così però nel quarto di finale del Roland Garros 2017, in cui Thiem ha di nuovo giocato contro Djokovic vincendo in tre set. In meno di tre settimane, Thiem ha recuperato da una sconfitta bruciante per battere uno dei giocatori più forti di sempre.

Ho scritto in passato sulle limitazioni relative al valore degli scontri diretti: se il bilancio negli scontri diretti propende a favore di un giocatore ma la classifica si esprime in maniera diversa, la classifica ha dimostrato di essere uno strumento predittivo migliore.

Sistemi di valutazione più sofisticati come Elo sarebbero probabilmente ancora più precisi, anche se non li ho messi alla prova per questo confronto. Ci sono senza dubbio casi individuali in cui caratteristiche specifiche degli scontri diretti mettono in dubbio la capacità predittiva della classifica, ma dovendo scegliere tra i due, gli scontri diretti andrebbero in secondo piano.

E le sconfitte inequivocabili?

Prima del quarto di finale, la mia valutazione specifica per superficie sElo dava a Thiem una probabilità del 26% di ottenere un risultato a sorpresa. La recente sconfitta per 6-1 6-0 era naturalmente inclusa, ma solo in quanto sconfitta appunto, a prescindere dalla severità del punteggio. Avremmo dovuto essere più scettici sulle probabilità di Thiem considerando lo scontro diretto più recente con Djokovic?

In realtà Thiem non è il primo giocatore a ribaltare le circostanze dopo una sconfitta con un punteggio così impietoso. L’esempio più famoso è quello di Robin Soderling, che ha perso 6-1 6-0 da Nadal agli Internazionali d’Italia 2009 per poi riprendersi e siglare una delle sconfitte più a sorpresa nella storia del tennis, eliminando Nadal al Roland Garros 2009. Pochi recuperi portano con sé altrettanta drammaticità, ma se ne trovano a centinaia.

La maggior parte dei giocatori che perdono con punteggi a senso unico – e per lo scopo di quest’analisi considero tali le partite in cui il perdente ha vinto al massimo due game – non ha mai la possibilità di redimersi. Ho trovato circa 2250 di queste partite nell’era moderna dell’ATP, e gli stessi due giocatori hanno giocato di nuovo contro meno della metà delle volte.

E il fatto che gli scontri diretti vadano avanti è di per sé un segnale: ai giocatori mediocri – quelli che ci si aspetta perdano pesantemente – non viene data un’altra possibilità. Anche alcuni tra i primi 20 raramente giocano tra loro, quindi il tipo di giocatore che arriva ad avere la possibilità di redimersi potrebbe già aver mostrato che la sua sconfitta a senso unico era solo un passaggio a vuoto di quel giorno.

Una vendetta al 29%

Delle 951 volte in cui un giocatore perde malamente e poi gioca nuovamente con lo stesso avversario, riesce a vendicarsi vincendo la partita successiva 277 volte, cioè il 29%. Per quanto possa sembrare folle, se all’inizio della partita tra Thiem e Djokovic tutto quello che avessimo saputo era che Djokovic aveva vinto 6-1 6-0 la partita precedente, la nostra previsione più semplice sarebbe stata molto vicina al 26% offerta da un algoritmo molto più sofisticato come Elo.

Il 29% è un valore molto più alto di quanto mi aspettassi, ma più basso della frequenza tipica dei giocatori in queste situazioni.

Di tutti gli scontri diretti con almeno due partite, per ogni partita dopo la prima ho verificato se il risultato iniziale fosse stato mantenuto o invertito.

Oltre a isolare le partite con punteggio a senso unico, ho anche considerato quelle in cui il perdente ha vinto un set, ipotizzando che si trattasse di partite più equilibrate.

Da ultimo, per ognuna di quelle categorie, sono andato a vedere se le partite successive siano state giocate sulla stessa superficie. La tabella riepiloga quello che ho trovato, con tutte le percentuali di vittoria indicate in funzione del giocatore che, come Thiem, ha perso la partita iniziale:

La probabilità di recuperare da una sconfitta pesante è maggiore di quanto pensassi, ma considerevolmente inferiore alla probabilità per cui un giocatore ribalti il risultato dopo una sconfitta più contenuta, che è del 39%. Inoltre, il giocatore in cerca di rivincita ha più probabilità di rifarsi – per quanto non con un ampio margine – se si gioca su una superficie diversa.

C’è un effetto di selezione del campione?

È chiaro quindi che i giocatori hanno meno probabilità di recuperare da una sconfitta pesante rispetto a una più normale. Quanto di questo però è dovuto alla distorsione da selezione del campione? Dopotutto la maggior parte dei giocatori che perde 6-1 6-0 non è del calibro di Thiem o Soderling, anche se con un gioco di livello sufficientemente alto da mantenersi nel tabellone principale e prima o poi giocare di nuovo con lo stesso avversario.

Per trovare una risposta, ho analizzato nuovamente le 950 partite successive a una sconfitta a senso unico, questa volta facendo ricorso alle valutazioni Elo antecedenti alla partita. Dopo aver escluso le partite prima del 1980 e altri confronti di cui ci sono davvero poche informazioni, sono rimaste poco meno di 600 partite con dati punto per punto. In questo sottoinsieme, Elo assegnava ai giocatori sconfitti pesantemente una probabilità di vittoria della partita successiva pari al 33.6%. Come abbiamo visto, la frequenza effettiva di vittoria era del 29%. I giocatori che hanno vinto partite a senso unico hanno fatto meglio di quanto Elo avesse pronosticato per la loro partita successiva.

Non si tratta di una differenza enorme, ma è grande abbastanza da suggerire che quello specifico accoppiamento di giocatori è in parte predittivo dell’esito della partita successiva. Una singola partita può fare la differenza nei pronostici – a meno che non sia contro Thiem.

Altri esempi

Scavando tra le circostanze in cui un giocatore ha perso malamente e poi recuperato alla partita successiva, ho trovato un paio di esempi divertenti:

  • l’ex numero 7 del mondo Harold Solomon ha battuto Ivan Lendl 6-1 6-1 nella loro prima partita. Durante lo stesso anno, Lendl ha poi vinto agli US Open per 6-1 6-0 6-0. Lendl ha vinto anche le sei partite giocate successivamente;
  • nel corso di quattro anni, Phil Dent e Mark Cox hanno giocato tre partite con punteggio a senso unico. Cox ha vinto la prima, Dent si è preso la rivincita nella seconda e ancora Cox ha invertito il punteggio nella terza. ◼︎

Dominic Thiem and Reversible Blowouts

DELLO STESSO AUTORE