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Il tabellone degli US Open 2016 demolirebbe quello degli US Open 2017

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Pubblicato il 2 settembre 2017 su StatsOnTheT – Traduzione di Edoardo Salvati

// Si è dibattuto molto della mancanza di qualità nel tabellone del singolare maschile degli US Open 2017. Quale occasione migliore quindi per verificare la validità di questo assunto se non quella di far scontrare direttamente il tabellone dell’edizione 2017 con quello dell’edizione 2016?

All’inizio del torneo, il sorteggio del tabellone ha sollevato un coro di mugugni. Non solo tre dei primi 10 del mondo si erano ritirati prima ancora del sorteggio, ma Rafael Nadal e Roger Federer sono finiti entrambi nella parte alta. La situazione è peggiorata quando Andy Murray si è dovuto ritirare – a sorteggio avvenuto – per un problema all’anca, così da avere solo sei dei primi 10, il minimo storico nell’era Open per l’ultimo Slam della stagione.

È cambiato molto in un anno

Tornando indietro di un anno ci si rende conto di quanto il circuito sia cambiato. All’inizio degli US Open 2016, Novak Djokovic era il numero 1 con un’intimidatoria valutazione Elo su tutte le superfici di 2946, appena sotto il suo massimo in carriera. Nadal era la testa di serie numero 4 con un Elo di 2231. Nonostante l’assenza di Federer non passasse inosservata, la qualità del giocatore con la testa di serie più alta per ogni quarto del tabellone ha dato vita a sette turni molto combattuti.

Nel 2017, l’assenza di tre dei primi 5 del mondo ha conferito a Nadal la testa di serie numero 1 con un Elo di 2257, marginalmente superiore alla valutazione che nel 2016 gli aveva garantito la testa di serie numero 4. A seguito del rimescolamento dovuto al ritiro di Murray, Marin Cilic ha preso la testa di serie più alta nel quarto più debole e si è inserito nel tabellone con una valutazione Elo di 2093. Sono solo 50 punti Elo in più della posizione che aveva nel 2016, quando era la testa di serie numero 7.

Squilibrio nello stato di forma dei giocatori e nella distribuzione in tabellone

La differenza di forma tra teste di serie però è solo uno dei motivi scatenanti la discussione intorno al campo partecipanti degli US Open 2017. Anche il disequilibrio del tabellone è stato fonte di disappunto, o a volte addirittura collera. Di fronte alla presenza di un solo giocatore in possesso di un titolo Slam nella parte bassa, alcuni commentatori di tennis hanno affermato che qualsiasi dilettante con spirito combattivo avrebbe potuto raggiungere la semifinale. Certamente non il tipo di sarcasmo da invogliare lo spettatore occasionale a rimanere incollato alla televisione.

Va sottolineato però che la maggior parte delle valutazioni sono basate su opinioni personali o influenzate dall’eventuale presenza di giocatori favoriti, il che induce a chiedersi in che modo si possa trovare una misura oggettiva della qualità (o inadeguatezza) del tabellone degli US Open 2017.

Lo scontro diretto tra tabelloni come misura oggettiva

Un metodo che ritengo essere obiettivo nel paragonare il tabellone dell’edizione in corso a quelli del recente passato è di creare uno scontro diretto tra i giocatori del 2017 e i giocatori degli US Open 2016. Provate a immaginare di avere ogni quarto del tabellone 2017 in grado di giocare contro il corrispondente quarto del tabellone 2016 in un torneo a 64 giocatori. Esiste un modo migliore per definire il livello di bravura del momento rispetto a quello di un anno fa? Non credo.

È evidente che non possiamo spostare indietro le lancette dell’orologio e far giocare un torneo di quel tipo nella realtà (servirebbe dissociarsi dai vincoli della logica come è necessario fare per seguire, ad esempio, la serie tv Il Trono di Spade). Possiamo però affidarci a ben collaudati metodi predittivi per simulare una sfida all’ultimo giocatore tra il 2017 e il 2016.

La metodologia

Un breve spiegazione del procedimento utilizzato per generare ciascun tabellone della sfida. Per prima cosa, ho associato le prime quattro teste di serie del 2017 alle corrispondenti teste di serie del 2016 sulla base delle valutazioni Elo precedenti all’inizio del torneo. Ad esempio, il quarto di Federer nel 2017 si è scontrato con quello di Djokovic nel 2016 perché sono i due giocatori ad aver avuto la valutazione Elo più alta nell’anno di riferimento.

Una volta che ogni quarto del 2017 e del 2016 è stato associato, ho messo insieme i 64 giocatori e li ho ordinati secondo le regole previste per un normale torneo, utilizzando sempre le valutazioni Elo per determinare le teste di serie. Poi ho simulato l’esito di ciascun turno in funzione della percentuale di vittoria attesa determinata dalla valutazione Elo dei giocatori protagonisti dello scontro diretto. Ho ripetuto i passaggi per 10.000 volte e verificato quanto spesso ogni giocatore è diventato campione del torneo.

Visto che siamo interessati a valutare le differenze di qualità del tabellone di ogni torneo al suo inizio, ho ignorato i risultati della prima settimana degli US Open 2017 e inserito i giocatori che hanno raggiunto la seconda settimana come se iniziassero il torneo in quel momento.

Il quarto di finale di Nadal

In un torneo con Nadal 2017 e Murray 2016, Murray sarebbe comodamente in cima all’elenco dei vincitori più probabili, come mostrato nell’immagine 1. Anzi, Murray 2016 avrebbe più del doppio delle probabilità di vincere il titolo rispetto a Nadal 2017. Nishikori 2016 avrebbe la stessa probabilità statistica di vincere il titolo di Nadal 2017.

IMMAGINE 1 – Il quarto di finale di Nadal 2017 contro il quarto di finale di Murray 2016

Sebbene il livello complessivo del campo partecipanti degli US Open 2017 non si sia avvicinato nemmeno al livello di Murray nel 2016, troviamo però cinque giocatori nel quarto di finale del 2017 tra i dieci più forti delle simulazioni. Si può fare leva su questo per concludere che il quarto di finale del 2017 era di qualità.

Il quarto di finale di Federer

Per quanto riguarda questa sezione di tabellone, se Djokovic 2016 avesse giocato al suo livello atteso avrebbe demolito il campo partecipanti del 2017. Una probabilità maggiore del 60% di vincere un torneo che comprende giocatori indicati da molti come possibili vincitori degli US Open 2017 sottolinea la vertiginosa altitudine di forma da cui purtroppo Djokovic si è lanciato in caduta libera in così poco tempo.

IMMAGINE 2 – Il quarto di finale di Federer 2017 contro il quarto di finale di Djokovic 2016

Per gli altri giocatori che non siano Djokovic e Federer, la probabilità si è ridotta considerevolmente assestandosi su valori analoghi, a indicare che lo stato di forma delle non teste di serie di questo quarto era abbastanza simile tra il 2016 e il 2017.

Il quarto di finale di Zverev

Nel confronto tra il quarto di finale di Alexander Zverev 2017 e quello di Nadal 2016, la prima testa di serie del 2016 è emersa come il giocatore più forte. A differenza degli altri quarti del 2017, questo è il primo in cui si è osservata una netta separazione di bravura tra il resto del campo partecipanti 2016 e 2017. Il terzo quarto infatti non solo ha determinato un giocatore del 2016 come il più probabile vincitore di uno torneo tra 2016 e 2017, ma quattro dei cinque vincitori più probabili sono arrivati dall’edizione 2016.

IMMAGINE 3 – Il quarto di finale di Zverev 2017 contro il quarto di finale di Nadal 2016

Il quarto di finale di Cilic

Il predominio del tabellone 2016 è stato ancora più pronunciato nella sezione di Cilic. I primi tre vincitori di un ipotetico scontro quarto contro quarto sono stati tutti giocatori del 2016, con Cilic, la prima testa di serie del quarto, in possesso solamente della quarta probabilità di vincere il torneo, a malapena migliore di quella di Nick Kyrgios 2016.

IMMAGINE 4 – Il quarto di finale di Cilic 2017 contro il quarto di finale di Wawrinka 2016

Questo esperimento ha confermato che la qualità del tabellone di singolare maschile 2017 è offuscata da quella del tabellone del 2016. Fornisce inoltre credito alle lamentele relative allo squilibrio della metà bassa del tabellone 2017.

Delusione ma spazio per i non favoriti

Di fronte a numeri come questi, si fa fatica a non sentirsi delusi. Se si considera inoltre che molti dei giocatori del 2017 statisticamente più forti hanno già perso (Cilic, Zverev, etc) o sembrano sul punto di uscire (Federer, che perderà poi nei quarti di finale da Juan Martin Del Potro, n.d.t.) si è già pronti a considerare il tabellone del singolare maschile degli US Open 2017 senza speranza. Si tratta però del tipo di confusione che crea le giuste condizioni affinché un perfetto sconosciuto venga alla ribalta come ha fatto Boris Becker a Wimbledon 1985, Goran Ivanisevic a Wimbledon 2001 o Mats Wilander al Roland Garros 1982.

La possibilità di assistere a un’altra cavalcata di un giocatore sfavorito che emerga trionfante nella seconda settimana è un motivo più che valido per continuare a seguire gli US Open 2017.

Il codice e i dati dell’analisi sono disponibili qui. ◼︎

The 2016 US Open Men Would Smash 2017

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