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Si può dare la colpa al sintetico per l’imprevedibilità della stagione sull’erba?

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Pubblicato il 20 luglio 2018 su StatsOnTheT – Traduzione di Edoardo Salvati

// Dopo i risultati deludenti di molte delle migliori giocatrici e giocatori a Wimbledon 2018, analizziamo in questo articolo il possibile impatto associato al numero di occasioni a disposizione per giocare sull’erba. 

Di recente, mi sono trovata di fronte a un’interessante statistica relativa all’erba. Quando Thomas Muster è diventato numero 1 del mondo nel 1996 dopo aver conquistato il Roland Garros l’anno precedente, non aveva vinto – fino a quel momento – nemmeno una partita sull’erba, non una, se si esclude la Coppa Davis (il record di Muster sull’erba al momento del ritiro è di otto vittorie e dieci sconfitte).

È un forte richiamo al fatto che anche i professionisti più esperti non possono passare semplicemente da una superficie all’altra aspettandosi di ottenere gli stessi risultati, in modo particolare se si tratta di specialisti della terra battuta che devono poi giocare sull’erba.

Mi sono chiesta allora se le modifiche alla stagione sull’erba siano state uno dei fattori che hanno contribuito all’apparente ruggine dei giocatori di vertice durante Wimbledon 2018.

Il ruolo del sintetico sull’evoluzione dei tornei sull’erba

Se si osserva semplicemente la percentuale dei tornei sull’erba in calendario per il circuito maggiore, si trova che, dall’inizio degli anni ’90, sono cresciuti dal 5 al 12%, in apparente contrasto con l’idea che la stagione sull’erba sia andata riducendosi nel corso degli anni. Si scopre però che non è possibile valutare la stagione sull’erba senza considerare il sintetico. 

IMMAGINE 1 – Andamento negli anni delle occasioni di gioco sull’erba per il circuito maschile

Fino alla fine degli anni ’90, il sintetico era una delle superfici più diffuse sul circuito maggiore, rappresentando circa il 20% dei tornei. Inoltre, per lo scopo di quest’analisi, era una superficie veloce, considerata seconda solo all’erba.

Quando il sintetico è stato abbandonato, sono aumentati i tornei sull’erba ma non in misura tale da avvicinarsi al numero complessivo di quelli in erba e sintetico precedentemente organizzati. Il cemento ha poi progressivamente sostituito il sintetico. È un andamento ancora più marcato per il circuito femminile, in cui negli anni ’90 il 30% dei tornei si giocava sull’erba e sul sintetico, contro i meno del 10% sull’erba attualmente disponibili. 

IMMAGINE 2 – Andamento negli anni delle occasioni di gioco sull’erba per il circuito femminile

Le occasioni vanno però distinte da dove effettivamente si finisce per giocare. La scomparsa del sintetico e il numero ridotto di opportunità sull’erba hanno comportato meno gioco sulle superfici più veloci?

L’impatto sui giocatori di vertice

Al di fuori di Wimbledon, i primi 30 della classifica maschile in realtà giocano complessivamente di più sull’erba. Ma, ancora una volta, non si può ignorare l’impatto del sintetico. Negli anni ’90, giocare sull’erba o sul sintetico per i più forti era una certezza. Con i tornei sull’erba che non hanno colmato il vuoto lasciato dal sintetico, quasi il 30% dei giocatori di vertice non gioca più su superfici così veloci se non a Wimbledon.

IMMAGINE 3 – Andamento di gioco sull’erba per i primi 30 giocatori

L’impatto sulle giocatrici di vertice

Per quanto riguarda le giocatrici più forti, il numero sale a circa il 50%. Questo significa che ancor meno giocatrici tra le migliori, rispetto agli uomini, avrebbe avuto la possibilità di competere sull’erba ad alti livelli in preparazione alle recenti edizioni di Wimbledon.

IMMAGINE 4 – Andamento di gioco sull’erba per le prime 30 giocatrici

Se si vuole assistere a rendimenti più solidi e continui nel torneo più prestigioso del calendario, allungare la stagione potrebbe risultare l’unica strada percorribile in futuro. ◼︎

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