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Un’analisi della finale maschile di Wimbledon 2025 

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Pubblicato il 14 luglio 2025 su A Thread Of Order – Traduzione di Edoardo Salvati

// Nella finale di Wimbledon 2025, Jannik Sinner ha rimontato un set a Carlos Alcaraz vincendo il suo primo Slam sull’erba con il punteggio di 4-6 6-4 6-4 6-4. Ha interrotto una striscia negativa di cinque partite di fila perse contro Alcaraz e al momento detiene tre dei quattro Slam, oltre ad aver ampiamente consolidato il numero 1 della classifica mondiale.

Tatticamente, la partita ha del tutto soddisfatto le aspettative, con Sinner che ha messo sotto pressione Alcaraz dai corridoi centrali cercando di penetrarne l’assetto difensivo. Dal canto suo, Alcaraz, nel tentativo di arginare la spinta di Sinner da qualsiasi posizione del campo, ha provato a rispondere con variazioni di gioco, angoli, difesa sottorete. Il primo punto vinto contro il servizio ha mostrato molte dinamiche che si sono poi riproposte durante la partita: seconda al corpo, risposta di Sinner al centro e in profondità e susseguente rovescio a uscire sulla linea, e Alcaraz che in qualche modo, anche su questo, è riuscito a difendersi corto al di là della rete portando Sinner a finire il punto a rete (la prima di molte volte per lui in finale).

Si vede quanto distante (a destra della telecamera) si trovi Alcaraz rispetto alla mezzeria del campo nel momento in cui Sinner gioca il lungolinea. Gli piace stazionare lì in attesa di poter scagliare un dritto a uscire (non è quello che vorremmo fare tutti?). Penso che nelle ultime stagioni il rovescio di Sinner sia migliorato molto, e usa quel movimento finale un po’ accettato in cui la racchetta termina più in alto e a sinistra che nel solito rollio di polso con finale a destra. Alcaraz è stato molto bravo a togliere così tanta velocità a questo dritto da squash e far arrivare la pallina molto vicina alla rete.

Come ha detto Todd Woodbridge in cronaca: “In allenamento il giorno prima Alcaraz si esercitava sul servizio, avendo qualcuno che gli rispondeva in profondità al centro. Sa bene cosa succederà, ma in quel game in particolare, il colpo successivo è di Sinner che tira forte sul dritto di Alcaraz”.

Il rovescio lungolinea di Sinner

Nei momenti chiave, il rovescio lungolinea di Sinner si è rivelato critico, e lo ha usato in modo vincente altre due volte sul 2-2 per ottenere il primo break della partita. Da quando Alcaraz è salito alla ribalta, forzarne il dritto è stata la tattica cui ricorrere, e il gioco di Sinner sembra essere disegnato apposta per questo. Eppure Alcaraz ha lavorato bene di recente sul posizionamento su quel lato, specialmente sull’erba di Wimbledon. Ha detto di aver studiato Roger Federer, e lo si nota.

A sinistra si può notare come Alcaraz salti dentro al colpo (con la testa a tracciare i contorni del logo circolare sullo sfondo) e impatti la pallina con il busto più in avanti. Sull’erba, dove tiene una posizione più aggressiva e più vicina alla linea di fondo, la palla arriva più bassa e più veloce, così da fargli colpire un dritto con i piedi più raccolti, il busto meno proteso e la testa che non si alza. Il movimento del braccio è parallelo alla linea di fondo. L’enfasi è sul tempo di esecuzione del colpo, anziché sulla ricerca della potenza o sul recupero rapido verso il centro del campo.

Ultimamente però il livello di gioco che Sinner sta facendo vedere da fondo in qualsiasi centimetro del campo non ha avuto eguali. Le lunghe leve gli consentono di coprire la risposta più verso l’interno, vale a dire che la pallina torna indietro più rapidamente. Da lì, una postura con baricentro molto basso genera velocità di spostamento laterale quasi più che per chiunque altro e la scivolata a uscire in stile Novak Djokovic può trasformare la difesa in attacco, così che attacco e recupero diventano una cosa sola.

Sinner è stato poi molto efficace nel servizio esterno al dritto di Alcaraz sul lato delle parità. Su X, snack_attacck ha inoltrato alcuni dati al servizio post-partita: Sinner ha vinto il 90% dei 19 servizi a uscire sul lato delle parità.

Sinner ha servito bene anche con la prima a uscire sul lato dei vantaggi, aprendosi lo spazio per chiudere di dritto con il +1. Si fa anche notare la maggior parte di seconde al corpo (14 sul lato delle parità, 12 su quello dei vantaggi), nel tentativo di disinnescare la posizione aggressiva di Alcaraz.

In carriera, Sinner stesso è stato spesso vulnerabile sui dritti a uscire. Ho avuto la forte impressione che già Djokovic lo avesse messo in evidenza nelle due loro partite — proprio su questo campo — nel 2022 e 2023, e anche Alcaraz ha usato dei dritti più angolati nella finale del Roland Garros 2025 per mettergli pressione sulla terra battuta. In passato, ho parlato delle sottigliezze che si nascondono dietro la complessità del dritto in corsa di Sinner, come proprio contro Alcaraz in modo evidente a Pechino 2023. In quella occasione avevo detto che percepivo che il dritto di Sinner fosse migliore quando giocato in corsa o in scivolata di recupero, e che invece spesso sbagliava esternamente se lo colpiva con molta apertura.

Non ci sono state molte risposte bloccate di Alcaraz in finale. Credo che dipenda alla facilità — di cui Alcaraz è a conoscenza — con cui Sinner colpisce forte le palle senza peso che rende quella strategia non praticabile, a differenza di quanto fatto con estremo successo lo scorso anno contro Djokovic.

Presto sempre particolare attenzione al lavoro incrociato di gambe di Sinner sul dritto, della cui pericolosità abbiamo avuto il primo assaggio nel momento di maggior bisogno, cioè di fronte alla palla set da salvare. È stato mostruoso!

Il dritto angolato di Alcaraz qui è fenomenale. Quando c’è da colpire un dritto molto esterno sul lato delle parità, Alcaraz assomiglia più a Rafael Nadal come capacità di rotazione e angolazione o altezza di palla sopra la rete, mentre Sinner ha un colpo più alla Juan Martin Del Potro o alla Pete Sampras, in grado di portare a casa il punto con velocità lineare che si mantiene costante fino alla fine.

Alcaraz però ha replicato da Alcaraz, intercettando il dritto di Sinner pur in posizione di spaccata e mostrando un conduzione della faccia della racchetta d’ispirazione divina, per rimandare la pallina appena oltre la rete e bassa, nel caso Sinner si fosse nel frattempo teletrasportato in quella zona. È stato un finale elettrizzante di un set estremamente combattuto. Voglio porre l’accento sul movimento di Sinner sul dritto, in questa partita e per tutte le prossime. Forse sono di parte ed è un po’ una fissazione. L’immagine mostra i tre movimenti che spesso usa, in funzione della difficoltà o profondità della palla in arrivo.

A sinistra: quando è in piena corsa, la rotazione avviene nel momento in cui la gamba sinistra si pone davanti al corpo, agendo da contro-reazione per il busto, impedendogli di ruotare e favorendo il trasferimento di velocità nel braccio e nella racchetta, mantenendolo contemporaneamente centrato affinché la distribuzione di potenza sul colpo piatto si propaghi con la massima efficienza. Al centro: mi piace quando Sinner scivola, mi sembra che abbia l’equilibrio per farlo con efficacia, e rimanendo attaccato al terreno riduce il disallineamento verticale del corpo, e anche la testa è ben centrata. A destra: temo che questa posizione con i piedi così aperti sia fonte di maggiori problemi quando si sposta verso destra in modo così aggressivo, specialmente contro chi colpisce più piatto come ad esempio Djokovic. Gli capita spesso di colpire con la parte bassa del telaio, e rimane in generale più scomposto.

Tenuta mentale

Terminato il primo set, mi sono chiesto quanto Alcaraz si fosse fatto largo nella mente di Sinner, con un altro set perso per strada, in cui vantaggio psicologico e controllo sembravano ben saldi a favore di Sinner ma con il tabellone a mostrare 6-4 per Alcaraz. C’è stato giusto il tempo per Sinner per rammaricarsi che si presenta un’opportunità per aprire il secondo set con un break, grazie a del gioco erratico di Alcaraz di cui potrebbe pentirsi per sempre. Alcaraz ha infatti l’abitudine di lasciare che il suo livello di gioco aumenti o diminuisca come una sorta di marea reale, generata non tanto da un allineamento di pianeti quanto dal peso del punteggio sul tabellone: così chirurgico nei momenti importanti, così disattento in quelli senza particolari conseguenze al punto che finiscono poi per avere conseguenze rilevanti. A Sinner non è servito ricevere un invito ufficiale per portarselo a casa. Anche qui, è stato il rovescio lungolinea, questa volta scagliato in arretramento, a portare alla palla break.

Mi viene in mente un solo altro giocatore capace di imprimere così tanta forza a un rovescio bimane in arretramento, e cioè Nadal. Non credo sia una coincidenza che entrambi possiedano una rotazione di racchetta lunga ed estesa con preparazione-impatto-rilascio che permette alla mano superiore di diventare dominante. Al suo vertice massimo, il tennis è uno sport definito dalla conclusione del colpo: la tecnica diventa una leva da manovrare. L’immagine 2 riepiloga la frequenza con cui Sinner è ricorso ad alcuni dei suoi rovesci lungolinea di maggiore velocità e impatto.

Voglio avanzare veloce fino al 5-4 per parlare del rovescio tagliato di Alcaraz. Mi è sempre sembrato che Alcaraz usi il rovescio tagliato verso il rovescio bimane dell’avversario per procurarsi tempo nelle partite su superfici veloci contro giocatori aggressivi. Woodbridge ha detto che lo ha usato il 28% delle volte prima della finale, ma poi a occhio molto meno in finale, comprensibile vista la velocità di palla di Sinner. Mi chiedo se avrebbe potuto usarlo più spesso. Qui Sinner gli gira intorno per andare di dritto, ma deve comunque moderare la velocità di racchetta per alzare la palla da un punto di contatto così basso, e il ritmo dello scambio varia a sufficienza da consentire ad Alcaraz di sbizzarrirsi in creatività.

La demi-volée è troppo accarezzata. È una sottile linea di demarcazione quella tra finezza e indisciplina.

Un paio di punti dopo, Sinner ha due palle set a disposizione grazie a un’ulteriore dimostrazione di grandezza con il dritto in corsa.

Ne avevo già parlato per la finale di Cincinnati contro Frances Tiafoe. Ha fatto la stessa cosa nel punto successivo, questa volta in incrociato, stesso movimento di piedi.

Sinner ha dichiarato nella conferenza post-partita: “All’inizio della carriera sapevo che avrei potuto giocare bene a Wimbledon perché i miei colpi sono abbastanza piatti e la pallina viaggia velocemente”.

C’è stato un game chiave con Sinner al servizio sul 4-3 nel terzo set. Alcaraz stava facendo ricorso a tutta la varietà di cui disponeva: palle corte di dritto, posizione alla risposta più avanzata, combinazione di palla corta di rovescio e pallonetto. Non funzionava sulla direttrice est-ovest, allora provava su quella nord-sud, che è un altro intangibile marchio di fabbrica dei suoi.

La battaglia dei servizi

Oltre alle dinamiche dello scambio, anche la battaglia dei servizi si è dimostrata cruciale. Nei primi due set, il confronto era di 9 ace per Alcaraz e 0 per Sinner, nel terzo però il servizio di Alcaraz è diventato più alterno, mentre quello di Sinner si è acceso, con 7 ace oltre a un paio di seconde estremamente penetranti in altrettanti momenti chiave, spesso quei colpi che indirizzano il destino delle partite su erba. Avevo scritto nella presentazione della partita: serve parlare dei servizi. Alcuni lo trovano un argomento noioso, poco sexy, analisi quantitativa per nerd delle statistiche. Si tratta però delle fondamenta del gioco di un tennista moderno. È difficile servire bene e non giocare bene, perché i dritti a chiudere sul +1, i game facili al servizio e le palle break salvate sono molto spesso esito dell’incidenza delle prime di servizio. Ce ne sono state due di questa natura sul 30-30 e sul 40-30 a seguito della palla corta di Alcaraz di cui sopra, quando si aveva l’impressione che stesse forzando per conquistare il terzo set.

Ancora Sinner dopo la partita: “I margini sono molto ridotti, le differenze minime, e oggi sono stato fortunato in un paio di occasioni, quando ho preso la riga. Quello che è girato per il verso suo a Parigi qui è andato in mio favore. Mi è sembrato che all’inizio non stessimo servendo bene e che facessimo anche fatica a rispondere sulla seconda. Poi però ho trovato un buon ritmo al servizio”.

Ha detto Alcaraz: “Ero contro uno dei migliori del circuito alla risposta, speravo che il mio servizio fosse più incisivo, ma con la tensione di oggi e tutto il resto è stato difficile servire meglio di così”.

All’inizio della partita, le palle corte di Alcaraz hanno messo in ginocchio Sinner diverse volte. Lo stesso colpo però poi lo ha tradito nelle fasi successive sino a diventare disfatta sul 4-4, sbagliandone uno per andare sotto 0-15, continuando con diverse prime fuori e con seconde che hanno permesso a Sinner un grande anticipo alla risposta con il dritto, sfruttando quella posizione di piede sinistro in avanti per cui è maestro assoluto.

Durante il cambio di campo, Alcaraz si è confrontato con il suo angolo usando parole del tipo: “Sta giocando molto meglio di me da fondo campo”. Sinner ha poi servito sul 5-4 per chiudere il terzo set in solidità. Ha continuato Woodbridge nel commento: “Il servizio di Sinner oggi sta pungendo Alcaraz. È la percentuale migliore di prime in tutte le volte che hanno giocato contro e grazie a questo riesce a dettare la maggior parte degli scambi, con risposte corte che impediscono ad Alcaraz di usare tutto il suo arsenale”. Sinner ha fatto subito il break nel quarto set sull’1-1 per non guardarsi più alle spalle. Come in molti game in cui gli è riuscito il break, è stato il rovescio in lungolinea ad avere un ruolo di primo piano, ben dietro alla linea di fondo e con arretramento del corpo.

I rovesci a uscire sono silenziosamente letali. Il giocatore si inclina a sinistra, la palla va a destra. E non serve tirare forte per fare un vincente. Alcaraz è stato costretto spesso a ricorrere a dritti in arretramento con il finale di racchetta rovesciato.

Si fatica a vedere quanto rimane indietro la racchetta nella parte posteriore del movimento. È evidenziato meglio in questo rallentatore dalla finale del Canada Open 2023.

Come ha detto Stefanos Tsitsipas, è quasi un dritto mancino. Il rovescio di Alcaraz a confronto è molto più compatto.

Sinner ha tenuto facilmente il servizio per salire 3-1. A quel momento, era andato a rete 36 volte contro le 18 di Alcaraz, in controtendenza da quanto emerso da altre analisi che ho fatto in passato, come nella finale di Pechino 2024, dove solo in risposta alla seconda Alcaraz aveva vinto 8 punti su 11 a rete. A Wimbledon Alcaraz non ha potuto attaccare la rete con la risposta forse per via di rimbalzi meno regolari e seconde di Sinner più potenti. L’ultimo passaggio chiave è arrivato sul 4-3 e sevizio Sinner. Un dritto steccato dopo un punto di apertura all’insegna del nervosismo e Alcaraz si è ritrovato sul 15-40 con due palle break ad alimentare la speranza del pubblico per il proseguo della partita. Sinner ha salvato la prima con una seconda di servizio esterna a quasi 180 km/h sul dritto che Alcaraz ha mandato fuori. Non la si può semplicemente accantonare come occasione mancata per l’importanza capitale del punto rispetto a quanto era successo a al Roland Garros solo qualche settimana prima. La seconda palla break è stato un altro errore di dritto di Alcaraz che ormai gli si vede fare qualche volta in queste situazioni. Riesce a rimandare in campo la prima, si mette in folle, e di punto in bianco spedisce il dritto ben fuori. È senza alcun dubbio dominante sotto pressione, ma difficilmente è in grado di esprimere quell’aspetto del suo gioco di fronte alla scarica di colpi centrali di Sinner su questa superficie.

Esattamente il tipo di punti che Sinner vuole giocare: veloce, centrale, rovescio contro rovescio, forzando Alcaraz a provare a cambiare quando aumenta la pressione temporale.

Per non smentirsi, Sinner ha tenuto il servizio andando al centro sul dritto di Alcaraz con una prima che non ha avuto risposta. A sua volta Alcaraz si è riportato sotto con una di quelle demi-volée dal rettangolo del servizio che eccitano gli spettatori che vorrebbero recupero e quinto set. “Carlos, Carlos!” è stato il grido al cambio di campo. Vi ricordate Parigi?

Ghiaccio nelle vene

Sinner però aveva il ghiaccio nelle vene. Si è inerpicato sul 40-0, ma ha poi sbagliato un rovescio sul nastro che ha gettato la madre in un’attesa insostenibile.

Un momento dopo però il figlio era campione di Wimbledon, con un altro servizio senza risposta. È stato un festeggiamento da sospiro di sollievo, teoria decisionale del prospetto in pieno dispiegamento, demoni mentali esorcizzati alla prima opportunità.

Alla luce del risultato, credo che dobbiamo considerare questo scontro più influenzato da tematiche di velocità e rimbalzo che di superficie e movimento. Se lo è chiesto anche Gill Gross nel suo riepilogo della partita e dato che ora Sinner è 2-0 contro Alcaraz a Wimbledon e che Alcaraz ha vinto molti confronti su cemento lento, direi che è meritevole di considerazione. Come ho detto prima della partita, per tutte le peculiarità dell’erba di Wimbledon, alla fine rimane un campo veloce delle stesse dimensioni di qualsiasi altro. Terremo d’occhio la questione. Alcaraz ha accettato la sconfitta con classe, così come è stato per Sinner al Roland Garros. La sportività tra i due è esemplare e rappresenta il fiore all’occhiello di una rivalità generazionale in divenire che il tennis è fortunato ad avere. ◼︎

Alcaraz vs Sinner: Wimbledon Final Recap

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