Pubblicato il 28 gennaio 2018 su sfr.ch – Adattamento di Edoardo Salvati
// Schweizer Radio und Fernsehen (SRF) – il maggiore emittente pubblico della Svizzera Tedesca – ha deciso di celebrare la vittoria di Federer agli Australian Open 2018 con un lungo profilo che prende spunto dall’analisi numerica di tutte le partite in carriera. Come sempre, il link alla versione originale è in fondo all’articolo. Trattandosi della Svizzera, naturalmente è disponibile anche la traduzione italiana (molto più ricca per grafica e animazioni della presente). Segue quindi un semplice adattamento in linea con lo spirito di diffusione di conoscenza tennistica del blog. Si ringrazia Angelo Zehr di SRF per la gentile concessione.
1998-2004: L’ASCESA
Duro lavoro e capacità di resistenza
Se la capacità di resistenza seguisse i dettami di una qualche attività sportiva, Roger Federer ne sarebbe un campione. Non ha avuto una partenza fulminante come Rafael Nadal, che a diciannove anni era già campione del Roland Garros, ma non è nemmeno andato a rilento come Andre Agassi, a cui sono serviti dieci anni da professionista prima di diventare numero uno della classifica. Le virtù di Federer non potevano essere più svizzere: capacità di resistenza, umiltà e duro lavoro. Nelle parole di Billie Jean King, leggenda del tennis americano, “I campioni continuano ad allenarsi fino a che non giocano alla perfezione”.
La carriera di Federer ha avuto un’andatura lenta ma costante. Nei primi anni di professionismo ha stabilmente risalito la china, senza però fare grandi salti in avanti. Forte di doti come eleganza e fiducia, sembrava per lui solo una questione di tempo. A differenza di molti suoi avversari con prestazioni altalenanti e salite e discese in classifica, Federer si è mosso seguendo una sola direzione e diventando il numero uno del mondo per la prima volta a ventidue anni.
IMMAGINE 1 – Percorso alla vetta della classifica mondiale dei Fantastici Quattro e di altri giocatori tra i più rappresentativi di ogni epoca
Il percorso verso la gloria del tennis attraversa annualmente i quattro tornei dello Slam, i più importanti del circuito, nei quali Federer, da giovane, non riesce a essere efficace come negli altri tornei, in cui invece ottiene buoni risultati. Due sconfitte nei quarti di finale a Parigi e a Wimbledon nel 2001, seguite da altre sette sconfitte. I detrattori iniziano a parlare di “blocco”, qualcuno sostenendo pure che non sarebbe mai riuscito a vincere uno Slam.
Ma poi arriva il 2003. Federer ha quasi ventidue anni ed è alla quinta partecipazione a Wimbledon. E qui le cose vanno diversamente: vince il torneo perdendo un solo set. Da un momento all’altro è in grado di mettere al tappeto giocatori di potenza come Andy Roddick. E pur avendo già mostrato un livello di tennis molto alto, la vittoria lo alleggerisce di quella pesante pressione mentale da cui sembrava afflitto. In quella memorabile domenica pomeriggio, le lacrime gli bagnano le guance mentre solleva la coppa al cielo.
2004-2010: L’IMBATTIBILITÀ
I cinque anni di tennis più incredibili di sempre
Federer non si ferma certamente alla vittoria di Wimbledon 2003: il 2004 è una delle sue stagioni più impressionanti. Gioca 74 partite e ne perde solo sei, vincendo undici tornei su diciassette, tra cui tre Slam. Il primato in classifica è inattaccabile.
La striscia vincente continua anche nei due anni successivi, in cui vince il 95% delle partite e domina incontrastato. Solo John McEnroe nel 1984 era riuscito a vincere più partite di Federer nella stessa stagione.
Ha raggiunto una maggiore maturità tattica e lavora meticolosamente sugli spostamenti in campo e sulla condizione fisica. È uno tra i primi professionisti a farsi seguire da un fisioterapista personale, che diventa parte integrante del suo staff, accompagnandolo in qualsiasi trasferta.
Rispetto e correttezza
Uno dopo l’altro, tutti i record cadono per mano di Federer. Anche nei commenti degli addetti ai lavori, è diventato il re indiscusso del tennis. I successi sul campo però non alterano la sua natura di persona umile. Spesso nelle interviste è critico del gioco espresso e dei punti deboli su cui deve migliorare. Allo stesso tempo, mostra empatia per gli avversari e riceve elogi per la correttezza durante le partite. Una delle sue massime più conosciute recita: “Gioca rispettando l’avversario, vinci con grazia”.
Per la quindicesima volta consecutiva, nel 2017 Federer vince il sondaggio promosso dall’ATP che elegge il giocatore di tennis più amato dai tifosi. Allo stesso modo, vince ripetutamente lo Stefan Edberg Sportsmanship Award, conferito dai colleghi al giocatore più corretto del circuito: anche i più accaniti rivali votano per lui.
Sin dall’inizio, uno dei punti di forza di Federer è il servizio. Lo dimostrano anche i numeri: dei Fantastici Quattro – Novak Djokovic, Andy Murray, Nadal e Federer – è lui a possedere, con ampio margine, il servizio più affidabile, con una percentuale di punti vinti che arriva a superare anche il 70%, con in media un ace ogni dieci servizi.
IMMAGINE 2 – Andamento della percentuale di servizi vinti in carriera
Il tratto distintivo del servizio di Federer, che lo rende unico nel panorama attuale, non è però la velocità, ma l’incredibile varietà. Con un lancio di pallina sempre identico, gli avversari faticano a leggere la traiettoria del servizio. Se si aggiunge il suo istinto da killer, si capisce perché sia solamente il terzo giocatore nella storia ad aver servito più di dieci mila ace.
Il rivale storico
Nel periodo tra il 2004 e il 2008, Federer vince quasi tutti i tornei a cui prende parte. Quando esce sconfitto, è quasi sempre per mano del suo rivale storico Nadal, che già nel 2005 arriva alla seconda posizione della classifica per rimanerci 160 settimane (più di tre anni) alle spalle di Federer.
IMMAGINE 3 – Periodo trascorso in testa alla classifica da alcuni dei giocatori che sono diventati numero 1 del mondo
Federer e Nadal dominano letteralmente il tennis. Federer vince quattro Australian Open, cinque US Open e cinque Wimbledon. Nadal a sua volta è inarrestabile sulla terra battuta, vincendo quattro volte di fila il Roland Garros. Durante questo periodo giocano contro 16 volte, di cui 13 in finale.
IMMAGINE 4 – Riepilogo degli scontri diretti con Nadal
Nessun altro giocatore ha sconfitto Federer tante volte quante Nadal (a eccezione di Djokovic, anche lui con 23 vittorie, n.d.t.). Il diritto mancino di Nadal sulla terra battuta mette spesso in crisi Federer. Nadal è in realtà un destrimane, ma lo zio e allenatore Toni Nadal lo ha forzato a giocare con la sinistra e i risultati gli hanno dato ragione. Nadal sfrutta la debolezza sul rovescio di Federer, il suo colpo meno efficace, giocando dritti incrociati carichi di rotazione che atterranno sulla linea di fondo.
La sconfitta più amara
Federer ha sempre privilegiato le superfici veloci, l’erba fra tutte. Nel 2008 arriva in finale a Wimbledon sulla striscia di quaranta partite consecutive vinte. L’avversario è, ancora una volta, Nadal. Si sente fiducioso ed è considerato il favorito. Personalità da ogni parte del mondo sono sedute in tribuna, tra cui il principe Felipe e la principessa Letizia arrivati dalla Spagna. Nadal sorprende presenti e spettatori portandosi avanti per due set a zero. Federer appare molto nervoso. Nel terzo set la pioggia ferma i giocatori sul punteggio di 5-4. Alla ripresa, Federer sembra aver cambiato marcia, e con un gioco più offensivo chiude il terzo set e vince anche il quarto. Dopo un’altra interruzione, inizia il quinto set, nel crepuscolo di Londra.
A questo punto chi si chiede se ci sia abbastanza luce per terminare la partita, ma a punteggio inoltrato nel quinto set si continua a giocare. Tutti vogliono sapere come va a finire questo thriller sportivo. Nonostante la cattiva illuminazione, con cui Federer sembra avere più problemi, la partita va avanti e termina dopo 4 ore e 48 minuti con la vittoria di Nadal per 9-7. L’incantesimo si spezza, Federer torna a perdere una partita sull’erba.
Nella bacheca dei trofei Slam di Federer ne manca ancora uno, il Roland Garros, dove è arrivato in finale per tre volte e per tre volte è stato battuto da Nadal. Per Federer è una spina nel fianco, visto che è chiaramente il secondo miglior giocatore sulla terra della sua epoca. Se non ci fosse stato Nadal, avrebbe già probabilmente vinto il torneo, ma è costretto ad aspettare. L’occasione arriva finalmente nel 2009 quando Nadal, che non aveva mai perso una partita a Parigi e avrebbe vinto quelle giocate nei successivi cinque anni, viene clamorosamente sconfitto agli ottavi di finale da Robin Soderling, lo svedese numero 25 della classifica. Federer mostra la sua bravura anche su questa superficie. In finale non lascia alcuna possibilità a Soderling, battendolo in tre set. Completa così la collezione di Slam con l’unico titolo che ancora gli mancava.
2010-2016: IL DECLINO
Federer deve ammettere la sconfitta
Testimone della sua stretta d’acciaio sul mondo tennis, il pubblico si era abituato alle continue vittorie di Federer. Solo Nadal sembrava in grado di batterlo. Ma poi arriva il 2010.
Ai vertici della classifica si presenta un giovane serbo, Djokovic. Per la prima volta in sei anni, Federer scende al terzo posto, ed è Nadal ad aggiudicarsi tre Slam. L’anno successivo, è Djokovic a non avere rivali. Contemporaneamente, Murray conquista la quarta posizione dando evidenza del suo talento. Negli anni a seguire i Fantastici Quattro si giocano il primo posto mondiale. La loro rivalità regala al tennis ulteriori emozioni, rendendolo meno prevedibile. Anche Federer è di questa opinione.
Se Nadal è uno specialista della terra, Djokovic si dimostra un giocatore versatile, dalla tecnica sopraffina, dotato di grande velocità e agilità.
IMMAGINE 5 – Riepilogo degli scontri diretti con Djokovic
Di un anno più giovane di Nadal, Djokovic alza il livello della competizione, vincendo oltre il 90% delle partite giocate. Dopo diversi anni, nel 2011 per la prima volta Federer termina la stagione senza aver vinto uno Slam.
Tra il 2000 e il 2015, Federer ha giocato oltre 1200 partite (circa 80 all’anno), una costanza di prestazione difficile da eguagliare. Avendo perso solo il 18% di tutte le partite giocate in carriera, Federer si distingue per efficacia di risultato, ma anche per resistenza: a oggi, ha giocato 1389 partite senza mai ritirarsi.
IMMAGINE 6 – Percentuale di partite vinte sul totale delle partite giocate per quei giocatori con più di 100 partite e con percentuale di vittorie di almeno il 60%
Anche se non tutti i tifosi hanno la stessa opinione in merito, in questi anni Federer ha giocato un tennis sempre ai massimi livelli. Solo l’infortunio al ginocchio per un incidente domestico lo costringe a finire prematuramente la stagione 2016. È il suo infortunio più grave e deve fermarsi sei mesi. Dopo quattordici anni consecutivi, esce dai primi 10. Molti parlano di fine della carriera, altri esprimo congetture su un possibile ritiro.
2017: IL RITORNO
Federer sfida l’età
L’ultimo torneo Slam vinto da Federer risale al 2012 e molti opinionisti ormai non lo considerano più in condizione di vincerne un altro. Federer però la pensa diversamente. Nei sei mesi lontano dal circuito prepara il suo rientro in ogni dettaglio. Cambia racchetta, ne prende una con un piatto corde più grande abbandonando la sua storica, più piccola e pesante.
Torna al tennis competitivo a gennaio 2017, agli Australian Open. Dopo una pausa così lunga, sono tutti curiosi di vedere come giocherà. L’inizio è positivo e, nonostante vinca più di una volta al quinto set, alla fine prevale anche nella semifinale contro Stanislas Wawrinka. Nei momenti decisivi, il livello è quello degli anni migliori.
IMMAGINE 7 – Rendimento sotto pressione, misurato come capacità di vincere il punto nei momenti che contano (palle break, tiebreak, set decisivo)
Ancora una volta in finale c’è Nadal, a sua volta al rientro da un lungo recupero. Si spartiscono i primi quattro set, e nel set decisivo è Nadal ad andare avanti sul 3-1. Federer a quel punto ritrova l’equilibrio, strappa il servizio a Nadal due volte di fila e vince il quinto set 6-3.
Allenandosi duramente, Federer riesce a compensare la differenza di età con gli altri giocatori lavorando sul rovescio, il colpo con cui ottiene proprio i punti decisivi nella finale contro Nadal. Affina anche la tenuta mentale. Con un’ottima programmazione in cui rinuncia a giocare alcuni tornei, come quelli sulla terra, concentrandosi sull’erba, vince il suo secondo titolo Slam dell’anno a Wimbledon e corona il rientro con un altro successo.
Il gioco di Federer diventa ancora più offensivo, appena ne ha occasione cerca di accorciare gli scambi. Nel proseguo della stagione vince sette tornei su dodici e mette a tacere anche le voci più critiche. Anche gli esperti concordano che mai prima d’ora un giocatore di 36 anni aveva giocato a questi livelli di tennis. La domanda più ricorrente è: “come si può essere ancora così in forma a quell’età?”.
IMMAGINE 8 – Numero medio di colpi nello scambio
Uno dei segreti di un rientro così vincente è la gestione del tempo trascorso in campo. Se in media un giocatore impiega 148 minuti per vincere una partita Slam (in cui si gioca al meglio dei cinque set), a Federer ne bastano solo 123. A confronto, Djokovic e Murray sono molto vicini alla media, Nadal è appena oltre.
IMMAGINE 9 – Durata media di una partita vinta negli Slam
Ci sono fattori ancora più decisivi della ridotta durata delle partite. Il posizionamento di Federer gli consente di rispondere con velocità e anticipo. Inoltre è considerato un giocatore elegante, che privilegia grazia a muscolosità. Il suo stile di gioco si avvicina alla perfezione tecnica, ma richiede un minore dispendio di energie rispetto a quello di altri giocatori. Sono aspetti che vanno a suo favore.
Non sembra esserci un finale
Se si sommano tutti i punti validi per la classifica ATP guadagnati da un giocatore nel corso della carriera, le statistiche parlano chiaro: Federer è nettamente avanti a tutti. Sono venti anni che gioca da professionista nel circuito e, vincendo gli Australian Open, il vantaggio su Nadal e Djokovic, i rivali di sempre, aumenta di 2000 punti.
IMMAGINE 10 – Punti classifica accumulati complessivamente da alcuni giocatori in carriera
Federer ha segnato un’intera epoca e la fine della sua carriera non sembra poter comparire all’orizzonte. Grazie a tecnica e resistenza fisica, può vincere ancora tornei importanti. Se continua a trarre divertimento dal giocare a tennis, non c’è ragione di smettere. E dopo ogni stagione, ogni torneo, ogni partita, ogni set, ogni punto che vince, la definizione che meglio lo descrive assume contorni sempre più marcati: Roger Federer, King of the Court. ◼︎
Note:
Il codice e i dati per l’analisi sono disponibili qui.
Per circa il 5% delle partite considerate non sono reperibili statistiche. I calcoli possono quindi differire, in misura ridotta, rispetto a quanto riportato dal sito dell’ATP.
La classificazione storica dei tornei ATP 500/Championship Series e ATP 250/World Series per gli anni 1990 e successivi segue le regole dell’ATP. Per gli anni precedenti, sono stati scelti gli undici tornei con la maggior partecipazione di giocatori con classifica più alta, che sono considerati allo stesso livello degli ATP 500. Per compensare l’assenza di finali e Finali di stagione nel 1968 e 1969, i 25 tornei più importanti sono stati classificati come degli ATP 500. Anche il Pepsi Grand Slam (1976-1981), la WCT Challenge Cup (1976-1980) e le Finali di stagione del WCT (1972,1982) sono stati classificati come degli ATP 500.