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La classifica dei primi 100 alla luce delle modifiche al punteggio dei Challenger in vigore dal 2019

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Pubblicato il 23 luglio 2018 su HiddenGameOfTennis – Traduzione di Edoardo Salvati

// L’ATP ha annunciato alcune modifiche al circuito Challenger. Una di queste – di cui non si è parlato nel comunicato stampa ma è stata incidentalmente svelata nella parte relativa all’iniziativa “Branding” – riguarda la riorganizzazione del sistema di punteggio per i tornei Challenger.

Per coloro che non lo conoscono approfonditamente, il circuito Challenger prevede al momento cinque categorie di tornei, in funzione del numero di punti che riceve il vincitore: 125, 110, 100, 90, 80. Oggi è stato rivelato che, a partire dal 2019, le categorie diventeranno: 125, 110, 95, 80 e 70, e verranno denominate “Challenger 125″, “Challenger 110” e così via.

Quindi, all’inizio del 2019, il vincitore dei Challenger 100 perderà cinque punti rispetto all’anno passato, mentre saranno dieci i punti persi per le vittorie dei Challenger 90 e 80.

Ovviamente, non è solo il vincitore del torneo a prendere punti. La tabella riepiloga l’attuale distribuzione dei punti nel circuito Challenger.

L’annuncio dell’ATP fornisce informazioni solo per le fasce di punteggio più alte, non permettendo di conoscere la struttura completa del sistema adottato a partire dal 2019 e per gli anni a venire. Si può tuttavia procedere a una stima mantenendo inalterate le proporzioni rispetto al vertice.

Un’ipotesi sulla nuova struttura del tabellone

Questo però non basta, perché è stato anche detto che il tabellone principale passerà da 32 a 48 giocatori. Credo che chi uscirà al primo turno riceva comunque zero punti, ma non sono più i trentaduesimi di finale. Vale a dire, bisogna anche fare un’ipotesi sulla struttura del tabellone.

Generalmente, in un format con 48 giocatori o squadre, servono 32 giocatori o squadre al primo turno e poi 16 diversi giocatori o squadre (quelli che ricevono i bye) che aspettano al secondo turno i vincenti dei primi turni. Nel tennis è la stessa cosa. Ci sono tre tornei nel circuito maggiore con un tabellone a 48 giocatori: Washington, Winston-Salem e il Master di Parigi Bercy. Tutti hanno 16 teste di serie con un bye al primo turno.

Con il nuovo sistema, ci si può aspettare che gli attuali trentaduesimi di finale nei Challenger corrispondano al secondo turno. Dobbiamo assegnare alcuni punti perché è improbabile che ci siano zero punti in palio sia per il primo che per il secondo turno.

Con il punteggio esistente, i turni iniziali ricevono poco meno della metà del turno immediatamente successivo. È questa la metodologia che utilizzo per stimare la nuova struttura, come mostrato nella tabella.

La tabella che segue mostra invece come saranno i numeri netti, paragonati con gli attuali.

A questo punto dobbiamo semplicemente scorrere la classifica dei primi 100 nelle ultime 52 settimane per sostituire i punti effettivamente guadagnati sul circuito Challenger con la stima del nuovo punteggio, nell’ipotesi che per ciascun giocatore tutti i punti da tornei Challenger valgano come migliori risultati, anche se probabilmente non è così. Includerli tutti però determina una situazione da scenario peggiore, utile a verificare l’efficacia del nuovo sistema di punteggio.

Prima però una domanda al volo: quanti dei giocatori tra gli attuali primi 100 hanno giocato un torneo Challenger nelle ultime 52 settimane? La risposta si trova alla fine dell’articolo*.

L’impatto sui primi 100

Con un tabellone che parte da 48 giocatori, è necessario fare un’ipotesi sul numero di punti guadagnati dai primi 100 per le sconfitte ai trentaduesimi che, nel sistema attuale, non sono ricompensate. Non potranno rimanere a zero anche nel nuovo sistema perché i primi 16 riceveranno un bye al primo turno.

Virtualmente tutti i giocatori (tranne quattro) considerati a fini di quest’analisi (i primi 100), sono stati tra i primi 16 in ogni Challenger che hanno giocato. Se la nuova struttura fosse stata in vigore, tranne quattro di loro tutti avrebbero ricevuto un bye in ciascuno di quei tornei.

Di conseguenza, una sconfitta al primo turno equivarrebbe a una sconfitta al secondo turno nel nuovo sistema, facendo guadagnare dei punti ai trentaduesimi di finale, come previsto appunto dalla stima secondo la nuova struttura.

Confesso di non essere entusiasta all’idea di assegnare dei punti a chi perde nei trentaduesimi – se così effettivamente sarà – perché chi perde la sua prima partita riceve dei punti solo per aver beneficiato di un bye al turno precedente, mentre al vincitore vengono sottratti dei punti.

Ad esempio, i risultati di Vasek Pospisil sul circuito Challenger sono di gran lunga superiori a quelli di Jaume Munar. Pospisil non ha mai perso al primo turno nei Challenger in cui ha preso parte, Munar invece ha perso nove volte al primo turno, sette delle quali riceverebbero dei punti dal nuovo sistema, lasciando Pospisil a dover subire la riduzione in cima alla piramide del punteggio, solo (e proprio) perché ha giocato bene. Se vi sembra scorretto, è perché è scorretto. La contro deduzione è che ci saranno più punti disponibili per l’intero campo partecipanti, evitando che i risultati del circuito Challenger alterino la classifica ufficiale in modo sostanziale.

Solo i giocatori dal ventunesimo al centesimo posto

Nessuno dei primi 20 (anzi, dei primi 21) ha giocato un Challenger, quindi per risparmiare spazio considero solo i giocatori con classifica dalla 21esima fino alla centesima posizione. Le prime quattro colonne riportano la classifica effettiva per la settimana del 23 luglio 2018 con indicazione della posizione e dei punti.

La quinta colonna, “Correzione”, rappresenta il numero dei punti guadagnati o persi secondo la mia stima della nuova struttura per il 2019, seguita dalla colonna con il numero dei punti così risultanti, dalla nuova classifica basata su quei nuovi punti e dalla variazione di posizioni per ciascun giocatore (con i colori a indicare un’impatto da estremamente positivo, in verde, a estremamente negativo, in rosso).

Se la colonna “Correzione” è vuota, non sono stati giocati Challenger nelle ultime 52 settimane. Se invece c’è lo zero, un Challenger è stato giocato ma senza conseguenze dal nuovo sistema di punteggio.

Mi sono naturalmente limitato ai primi 100, perché sarebbe dispendioso (almeno per me) aggiornare la classifica di circa duemila giocatori. Alcuni di questi potrebbero uscire dai primi 100 di poche posizioni, mentre altri sono a ridosso dei primi 100 e potrebbero entrarvi se li avessi considerati da subito.

Conclusioni

Tutto sommato, non è un cambiamento così sostanziale come ho pensato inizialmente alla lettura del comunicato. Qualcuno ne subisce le conseguenze, altri invece guadagnano più punti perdendo al primo turno dei Challenger – aspetto totalmente controintuitivo – ma nessun sistema può essere perfetto.

Più si scende di classifica, più ridotto è l’impatto di questi cambiamenti in termini di variazione di posizioni, senza che ve ne sia traccia nell’elenco precedente. Per i giocatori di bassa classifica però è il minore dei problemi. L’ATP ha anche annunciato che a partire dal 2020 non sarà più possibile guadagnare punti da tornei di categoria inferiore ai Challenger. Da quella data quindi compariranno molti meno giocatori di bassa classifica di quanti ce ne siano ora.

*Ah, e la risposta alla domanda è 51. È così, più della metà dei primi 100 ha giocato un Challenger nelle ultime 52 settimane. ◼︎

What would the Top 100 look like with the 2019 changes to Challenger points?

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