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Un’analisi della finale maschile degli US Open 2025

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Pubblicato il 7 settembre 2025 su A Thread Of Order – Traduzione di Edoardo Salvati

// Nella finale degli US Open 2025, Carlos Alcaraz ha sconfitto Jannik Sinner con il punteggio di 6-2 3-6 6-1 6-4 vincendo il suo secondo titolo a New York e il sesto Slam totale. È il secondo giocatore più giovane di sempre a vincere sei Slam (dopo Bjorn Borg). Si è anche ripreso la prima posizione mondiale.

Ho tenuto sott’occhio la velocità del servizio di Sinner nel primo game, visto che nella semifinale contro Felix Auger Aliassime aveva richiesto l’intervento medico per problemi addominali e che sembrava non fosse riuscito ad allenarsi il giorno prima. Si ha l’impressione che sia sempre snello e asciutto come le macchine di F1 di cui è diventato testimonial. Non c’è un grammo fuori posto in quel fisico longilineo quando scivola con naturalezza per colpire di rovescio, facendo scoppiare le palline come se usasse la sua Head Speed al pari di una mazza da baseball. C’è però un che di fragile in quella struttura anatomica, o quantomeno un punto sensibile, come se fosse costantemente consapevole che, alla fine di uno scambio da svenimento, su un corpo così leggero possano formarsi finissime incrinature. Forse questo spiega l’esultanza per la conquista di un punto agitando con autocontrollo la testa della racchetta, o quella camminata con le anche rigide tra uno scambio e l’altro: c’è un’arroganza, e un agonia, a primeggiare sulla scena mondiale nel palleggio da fondo. Alcaraz a confronto appare massiccio, quasi più un soldato che un marciatore, e i capelli rasati e la maglia senza maniche delle ultime due settimane hanno contribuito a consolidare quell’immagine. Rinchiusi però in 183 cm si trovano talento e atletismo che sono l’invidia di qualsiasi giocatore, probabilmente anche di Sinner.

La velocità di Sinner al servizio c’è stata sin dal via e non mi è parso che fosse limitata, quantomeno non dal suo fisico. Non ha impedito però che Alcaraz facesse il break immediatamente, con una sequenza di colpi che lasciavano pensare che avesse imparato la lezione dalla finale di Wimbledon. Sul 30-30, si è appeso alla seconda a uscire di Sinner, a 165 km/h, per scagliare un dritto violento in mezzo al campo e costringere l’avversario all’errore. Qualche punto dopo, per due volte ha eseguito un micidiale dritto in diagonale da una posizione che può essere descritta solo come “territorio da difesa di emergenza”.

L’attacco di Sinner sul dritto di Alcaraz, sia sul dritto +1 che sul rovescio lungolinea dopo qualche colpo, è da manuale. Il dritto in corsa di Alcaraz ha mancato di precisione in passato, ma oggi, sui dritti a uscire, è stato impeccabile.

Nella presentazione della sfortunata finale di Cincinnati ho evidenziato come il dritto di Alcaraz ora sia più basso e compatto rispetto a quando ha vinto gli US Open 2022, con il movimento della testa della racchetta che da ornamentale e così pesantemente invertito è stato costretto a ridursi dalla potenza dei colpi che macinano i rivali.

A sinistra Indian Wells 2022, a destra Cincinnati 2025. È chiaro che la preparazione del colpo dipende dal tipo di palla in arrivo, ma credo che complessivamente Alcaraz abbia abbassato la mano che colpisce in modo che stia quasi sempre non più alta della spalla, a meno di dover gestire colpi molto alti.

Sinestesia

Non è stata solo la pura potenza del dritto a dare fastidio a Sinner già dall’avvio. Alcaraz ha ottenuto il break quando Sinner ha mandato in rete con il suo rovescio la palla arrivata su un rovescio tagliato, segno premonitore di un Alcaraz più riflessivo nella scelta dei colpi. Sul 40-15 al servizio, Alcaraz ha consolidato il break con un approccio di finta palla corta di dritto tagliato. Nel terzo game con Sinner avanti 30-15, Alcaraz ha fatto ricorso alle doti da terraiolo per respingere alcuni colpi in zone di contatto scomode per Sinner, portandolo a commettere un errore non forzato con il dritto.

E per chiudere il game per il 3-1, Alcaraz ha giocato la prima palla corta di dritto, costringendo Sinner all’errore forzato. È stata una delle più incredibili sequenze di tennis che abbia mai visto, con l’occasionale inquadratura dal campo a rasserenare gli occhi dopo due settimane di vedute aeree stile videogame Pong. Da questa prospettiva, si colgono aspetti che quasi inducono qualche forma di sinestesia in chi sta guardando.

Da una precedente analisi che mi sembra rilevante qui: “Alcaraz gioca con un grado di dissociazione corporea che quasi sconfina nell’inumano. Sotto questo aspetto, ricorda Roger Federer, la testa che mantiene un compostezza in modalità da falco mentre il corpo si arrota, con le braccia che tracciano lunghi movimenti arcuati e nel contempo le gambe scivolano in rapida efficienza come lame di forbici, a richiamare le lancette di un complicato meccanismo”.

Oh, ed è riuscito a fare anche colpi come questi.

Ha usato spesso il rovescio tagliato nel primo set, esemplificato da questo corto e millimetrico colpo in diagonale.

Alcaraz ha strappato di nuovo il servizio per salire 5-2, aiutato sicuramente da un Sinner lontano dal solito ritmo scintillante e spietato.

Ha detto Sinner: “Credo dipenda dalle partite che precedono quella contro Carlos. Se sono tranquille, quindi faccio sempre le stesse cose, come in questo torneo, neanche un servizio e volée, poche palle corte, allora quando sei di fronte a Carlos devi uscire dalla tua zona di conforto. Posso perdere anche qualche partita, ma cerco di introdurre qualche cambiamento per essere un po’ più imprevedibile, perché è quello che serve per migliorare e, dopotutto, è il mio obiettivo principale su un campo da tennis”.

Uno scontro tra dritti

Forse più significativa è stata la volontà di Alcaraz, nel set iniziale, di confrontarsi più spesso con i suoi colpi più potenti con il dritto di Sinner, e rendere la partita uno scontro tra dritti.

Undici vincenti e 6 su 6 a rete, solo due errori non forzati nonostante tutta quella offensività e il cambio di ritmo. Quando ha perso al Miami Masters contro David Goffin, ho scritto che, di fronte a un circuito che sembra uniformarsi su uno stile di gioco lineare, potente e estremamente simile da fondo, Alcaraz dovrebbe esplorare ulteriormente ciò che lo rende unico, cioè la varietà. E l’ha messa in mostra anche nel secondo set.

Si vede come la profondità del taglio di Alcaraz costringa Sinner a giocare con molto effetto, cosa che concede ad Alcaraz tempo e altezza e gli procura un momento di contatto sufficientemente alto da essere attaccato per scendere a rete con il rovescio lungolinea di piatto.

Dopo che Alcaraz ha vinto 13 punti di fila al servizio, Sinner si è acceso con un paio di risposte vincenti e ha fatto il break a zero, dal nulla. Si è aiutato con questo dritto con un angolo così maligno che forse, nell’analisi post sconfitta, gli servirà a capire che è un tipo di colpo necessario al suo gioco in futuro.

Nello spazio di pochi minuti, l’andamento cambia completamente a favore di Sinner, che riesce a riproporre quel dritto che aveva preso a schiaffi la pallina per tutta l’estate.

Tatticamente nel secondo set Sinner ha fatto un lieve aggiustamento alla direzione dello scambio, colpendo più frequentemente sul lato del rovescio di Alcaraz e usando il rovescio lungolinea per attaccare il dritto di Alcaraz quando si trovava in contropiede sul lato dei vantaggi, uno schema a cui Sinner è ricorso spesso in finale a Wimbledon.

Alcaraz non ha colpito molti dritti a uscire sul rovescio di Sinner e ha impedito a Sinner di costruire un qualche tipo di ritmo e controllo nello scambio rovescio contro rovescio.

È stato un cambiamento efficace, perché dagli 8 vincenti di dritto di Alcaraz nel primo set si è passati a 0 nel secondo. Si poteva pensare che Sinner, con questa modifica tattica, avrebbe lentamente avviato la partita a suo favore, semplicemente impedendo ad Alcaraz di colpire di dritto e andando alla ricerca del rovescio. Però poi Alcaraz, a inizio terzo set, ha trovato di nuovo il modo di piegare il dritto di Sinner con il proprio. Sull’1-0, ha risposto molto angolato sul dritto per salire 0-15 (ancora quell’incredibile risposta dall’esterno sul lato delle parità, la sua solita criptonite), per poi assecondare un assalto di colpi diretti di Sinner sul lato dei vantaggi prima di prendere controllo del punto con un giro di racchetta con il dritto da diversi metri dietro la linea di fondo.

Tatticamente, è un punto valido da parte di Sinner: forte seconda al corpo per replicare alla posizione aggressiva in risposta, un paio di palle solide sul rovescio di Alcaraz e poi un decente dritto incrociato che sembra essere più difensivo di quanto non lo sia stato. Non c’è modo di difendersi dal dritto di Alcaraz quando è in questa modalità: due metri dentro al campo, posizione del corpo aperta, in movimento verso destra, e palla incrociata scagliata in profondità tipo raggio laser.

Lo stesso è successo sul 30-30. Più e più volte, Alcaraz affronta il dritto di Sinner con un altrettanto incisivo dritto, impossibile da contenere. La posizione non è così importante, perché Alcaraz domina lo scambio con il dritto anche quando è diversi metri fuori dal campo. Riesce nel break e continua, sul 3-0, con colpi come questi.

Sinner è posizionato più indietro in modo da gestire la potenza del dritto di Alcaraz, il quale però trova un angolo meraviglioso, quasi fosse la traiettoria di un servizio imprendibile.

Alcaraz ha vinto il terzo set in mezz’ora e non si certo fermato nel quarto, ottenendo subito un palla break nel game di apertura. Sinner l’ha salvata con una volée più tipica di scambi da esibizione che da palle break cruciali in una finale Slam, tagliando la palla di rovescio in modo da farla allontanare al rimbalzo, su cui comunque Alcaraz è arrivato. In telecronaca, John McEnroe è saltato sulla sedia.


Forse la cosa più assurda è che Alcaraz è riuscito a prendere quella volée?

Come venire soffocati

Ha detto Juan Carlos Ferrero, allenatore di Alcaraz: “Penso che la partita sia stata preparata molto bene, con analisi video e concentrazione su aspetti specifici da mettere in atto. E Carlos ha eseguito al 100%. Facile a dirsi, molto più complicato a farsi. La sua prestazione oggi è stata perfetta”.

È stato importante per Sinner tenere quel servizio. Si poteva pensare che, vista la storia della rivalità tra i due, si sarebbe andati al quinto set, se solo Sinner fosse riuscito a farsi largo in un altro game al servizio di Alcaraz in una fase di calo. Ma Alcaraz non ha mai ceduto, con una totale libertà di colpo che viene da chiedersi del corretto funzionamento della sua memoria a breve.

Sul 2-2, 30-30 Sinner ha forzato la seconda al centro, quell’atteggiamento coraggioso al servizio così remunerativo a Wimbledon che però non ha funzionato a New York, commettendo doppio fallo. Ha poi sparato fuori un dritto sulla palla break, perdendo così il servizio. È sembrata una scelta di colpi dettata più da rassegnazione che da un’effettiva volontà. Se lo stile di Novak Djokovic è stato definito ‘soffocante’, la versione che ha mostrato Alcaraz in finale è del tipo ‘venire soffocati’, mentre si è anche presi a schiaffi con un martello.

Sinner ha commentato: “Mi è sembrato vederlo colpire più pulito oggi. Ha fatto meglio le cose che io avevo fatto bene a Londra, e non c’è molto altro da aggiungere. Specialmente al servizio, mi ha dato idea che fosse più incisivo, ma è stato molto puntuale anche alla risposta, e così è andata”.

Alcaraz ha approfittato del minimo accenno di calo al servizio per inanellare risposte vincenti o dritti imprendibili sul +1. O ancora, appena ha avuto l’occasione ha sparato dritti fino a 140 km/h. Ma si è anche spinto a rete senza remore, ha usato colpi tagliati, palle corte, angoli, pallonetti, tutto l’arsenale a disposizione. E una totale assenza di paura nei momenti chiave deve far scuotere la testa d’incredulità al resto del circuito. Sinner ha dato il tutto per tutto nell’ultimo game, un dritto a tutto braccio, la risposta di rovescio sulla linea sul 40-30 per salvare una palla match, ma sulla parità Alcaraz ha mostrato totale controllo, per poi chiudere la partita.

Dopo un andamento della finale abbastanza a senso unico, la domanda è se d’ora in avanti questa sarà la nuova versione di Alcaraz. Per tutto l’anno ha introdotto modifiche, servizio e rovescio hanno subito iterazioni su iterazioni, ed è sembrato che nelle due settimane degli US Open abbia raggiungo una configurazione impenetrabile in ogni reparto: nessun passaggio mentale a vuoto, protezione del dritto giocato da fuori (direi più distruzione che protezione), servizio eccelso (forse la combinazione di movimento più efficiente a oggi?), spostamenti e possanza fisica mai come prima. Il risultato? Probabilmente lo Slam più dominante di sempre in termini di servizio tenuto.

Da TennisMyLife68 su X

Ha detto Alcaraz: “Ci si rende conto di quanto importante sia il servizio oggi. Tutti giocano più veloce e più forte, e tutti sono più bravi alla risposta. Quindi devo migliorare il servizio se voglio vincere e trovarmi con un buon posizionamento in campo, ed è per questo che mi sono concentrato su quel fondamentale. Sono davvero soddisfatto del livello incredibile al servizio che ho raggiunto in questo torneo”. Inoltre: “Credo sia il miglior torneo che abbia mai giocato, dal primo turno alla finale. La continuità di rendimento messa in campo è stata davvero alta, e non posso che esserne orgoglioso perché è qualcosa su cui mi sono allenato duramente”.

Alcaraz ha dominato il dritto, con 14 vincenti contro i 5 di Sinner. E, per certi versi collegato a questo, sui punti al servizio sul lato dei vantaggi Alcaraz è stato intoccabile, vincendo 24 punti su 26 prime di servizio (grazie a snack_attacck su X per queste grafiche sul servizio).

Sinner non ha trovato nessuna replica sui servizi a uscire sul lato dei vantaggi, lasciando il suo dritto esposto all’attacco del dritto di Alcaraz.

Va notato che la percentuale di Sinner è stata del 48%, estremamente bassa. Ha faticato per tutta la durata del torneo a trovare ritmo al servizio, ed è un dettaglio assolutamente da rifinire se vuole recuperare nel computo degli scontri diretti. Penso anche che il dritto sia stato sottotono in finale. Molto è dipeso dalla disposizione aggressiva di Alcaraz, che ha messo Sinner immediatamente sulla difensiva. Ci sono stati però molti errori su palle più lente come gli capita sempre più spesso recentemente.

Punto debole?

Ha detto Sinner: “È stato un andamento prevedibile, Alcaraz ha usato molte variazioni per non darmi ritmo. È il suo stile, la sua modalità di gioco. Tocca a me ora decidere se voglio cambiare, sarà sicuramente qualcosa su cui lavorare per farmi trovare pronto nella prossima sfida contro di lui”.

Se mi permettete di indossare il cappello da tecnico ed essere ipercritico del gioco di Sinner, ritengo che un suo punto debole sia quanto abbassi la testa della racchetta alla risposta, elemento che rende più complicato colpire le seconde in anticipo e guidare la palla con quel tipo di colpo forte piatto che esegue Alcaraz, per spingere e attaccare, o Djokovic, che è grado di spedire la palla agli angoli a piacimento quando è dentro il campo. Osserviamo quanto è lineare la risposta di Djokovic: la testa della racchetta si abbassa pochissimo al livello delle mani prima di essere spinta in avanti nel contatto con la palla.

Lo stesso fa Alcaraz.

Il polso snodabile di Sinner invece concede molto di più.

Non è tanto una debolezza quanto una decisione in termini di costo/opportunità. Quell’abbassamento così lungo sul rovescio gli consente di generare velocità e rotazione nello scambio da fondo. I servizi però arrivano più veloci e con angoli più acuti della maggior parte dei colpi. Riporto un passaggio di quando ho parlato della debolezza del rovescio di Stefanos Tsitsipas: “In risposta alle prime di servizio, portare la mano/racchetta all’altezza della palla è necessario perché è più un colpo che blocca la pallina. Non serve cioè velocità di testa della racchetta quanto abilità nel trovare un buon angolo di contatto per un servizio che viaggia a 200 o più km/h” [1]. Ma sono sicuro che Sinner sta già affrontando la questione con la sua squadra.

In generale, almeno per me, il tema è passato dall’essere: “Sinner è il più forte del mondo con il problema Alcaraz” ad “Alcaraz è il più forte del mondo e, quando gioca così, è un problema per chiunque”. Nelle due settimane a New York, il dritto è rimasto intatto e si è difeso bene sulla risposta angolata sia contro Djokovic che contro Sinner. Per diversi mesi ormai il servizio si è mantenuto su livelli di eccellenza. A 22 anni, è possibile che abbia iniziato a rendersi conto della complessità del suo gioco con un grado di lucidità associato solo al trascorrere del tempo.
Ne sapremo di più con il proseguo della stagione, in cui Alcaraz può consolidare il numero uno. Sarà affascinante vedere Sinner avventurarsi in nuove soluzioni offensive negli appuntamenti autunnali: seguirà a rete il servizio più spesso? Aumenterà l’uso della palla corta? Svilupperà un rovescio tagliato in contrasto a quello di Alcaraz o di giocatori come Grigor Dimitrov? Penso che la priorità sia trovare un dritto più corto e angolato quando giocato incrociato, sfruttando le situazioni in cui con la potenza allontana gli avversari ben al di là della riga di fondo.

E come concluderà la stagione Alcaraz? Negli ultimi anni al coperto non ha reso al meglio, ma ora sembra ancora più adatto per le superfici veloci, oltre a derivare confidenza dallo stato di forma e dal numero 1. Mi piacerebbe molto vederli battagliare di nuovo nel 2025. ◼︎

Note:

[1] Un grafico con dati di Hawk-Eye all’interno di un libro che si chiama ‘Tennis Science’ degli autori Reid, Elliot e Crespo, mostra come in media i giocatori superino la rete in risposta alla prima di servizio di circa 30 cm, ben 10-15 cm in meno che sulla seconda e sull’altezza media nello scambio classico. Un estratto dal libro (pagg. 70-71) che si riferisce al grafico: “Per gli uomini il superamento della rete sembra essere inferiore in risposta alla prima di servizio, intuitivamente legato alla necessità di un movimento del colpo ridotto, con meno opportunità di imprimere effetto alla pallina”.

Alcaraz vs Sinner: US Open Final Recap

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