Il più grande archivio italiano di analisi statistiche sul tennis professionistico. Parte di Tennis Abstract

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Ha sbagliato Djokovic a insistere sulla palla corta al Roland Garros?

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Pubblicato il 18 ottobre 2020 su StatsOnTheT – Traduzione di Edoardo Salvati

// È passato un po’ di tempo dalla fine del Roland Garros 2020, eppure in molti sono rimasti ancora nell’incapacità di comprendere come il 56esimo incontro tra Novak Djokovic e Rafael Nadal si sia rivelato così a senso unico. Come uno dei cambiamenti più evidenti nella strategia di Djokovic sulla terra battuta di Parigi, è facile dare la colpa alla palla corta.

Si tratta di un’analisi corretta?

Grazie ai dati del Match Charting Project, proviamo a capire se effettivamente la palla corta è costata a Djokovic l’opportunità di vincere il 18esimo Slam. La palla corta è uno di quei colpi del tennis di cui non ci sono mai abbastanza statistiche. È sembrato evidente in modo quasi straziante nell’ultimo mese, quando i giocatori sembravano essersi messi d’accordo per trattare il Roland Garros come l’epopea della palla corta. Non c’è solo l’eccesso delle 55 palle corte di Hugo Gaston al quarto turno contro Dominic Thiem, ma anche il numero 1 del mondo non ha mancato di unirsi alla festa.

È difficile stabilire quanto più spesso Djokovic ha usato la palla corta al Roland Garros 2020, visto che se ne tiene traccia nei singoli tornei solo occasionalmente. Il Match Charting Project è la fonte migliore per questo tipo di investigazioni. Per quanto le partite complessive di Djokovic al Roland Garros di cui si hanno statistiche punto per punto sono solo 22, tre di queste comprendono i turni conclusivi dell’edizione 2020. Riusciamo quindi forse ad avere un’idea sul reale e profondo cambiamento di strategia di impiego della palla corta rispetto al passato.

La frequenza della palla corta nelle partite del database è in media di 3 volte su 10 scambi, con circa l’85% eseguito con il rovescio, il lato in cui è più complicato per l’avversario distinguere quel colpo da un normale rovescio tagliato. Nella semifinale contro Stefanos Tsitsipas e nella finale contro Nadal, Djokovic è ricorso alla palla corta con il doppio della sua frequenza storica. Anzi, l’unica partita che vi si avvicina è il quarto di finale al Roland Garros 2006 che ha avviato la rivalità tra i due.

IMMAGINE 1 – Frequenza della palla corta di Djokovic per 10 scambi nelle partite giocate al Roland Garros

Non fu la migliore delle partenze per Djokovic, che si ritirò al terzo set dopo aver perso i primi due. E rappresenta uno strano capitolo nella storia degli scontri tra i due, almeno rispetto allo stato attuale del confronto. Purtroppo, con una sola partita nel database dall’edizione del 2006, è impossibile dire se allora una frequenza così alta di palle corte faceva parte di una strategia più ampia o era semplicemente l’ultima spiaggia in presenza di un infortunio. 

L’aumento nell’uso della palla corta nel 2020 coincide con una maggiore efficacia?

Per dare una risposta, serve esaminare la percentuale di punti vinti da Djokovic tra quelli in cui ha giocato la palla corta. Questo può però portare a confusione nelle partite in cui raramente ha usato la palla corta. Nella finale del Roland Garros 2012 ad esempio, sempre contro Nadal, Djokovic ha giocato solo una palla corta, vincendo il punto. Non dovremmo dedurre da questo che l’effettiva capacità realizzativa di Djokovic sulla palla corta in quella partita — in cui ha scelto di giocare quel colpo in maniera così selettiva — è stata del 100%.

Una stima migliore dell’efficacia della palla corta di Djokovic in qualsiasi partita deve tenere conto dell’evidenza che se ne deriva dalla partita stessa: in altre parole, la dimensione del campione di palle corte. Un modo per procedere è quello di una stima bayesiana empirica beta binomiale.

Nel grafico dell’immagine 2, ho utilizzato questo tipo di correzione prendendo il rendimento medio della palla corta su tutte le partite al Roland Garros del database come la distribuzione a priori con 1/7 del campione effettivo, all’incirca una ponderazione equivalente a 3 partite.

Anche se un po’ arbitrariamente, otteniamo una stima della prestazione in partita più realistica della percentuale effettivamente osservata. Se ne può concludere che Djokovic è chiaramente andato oltre le aspettative nella semifinale contro Tsitsipas. Il giocatore greco è stato sfortunato, perché si è trovato di fronte un Djokovic da 6 palle corte su 10 scambi con il 62% di realizzazione, cioè 10 punti percentuali in più della sua frequenza media di successo.

IMMAGINE 2 – Efficacia della palla corta di Djokovic (corretta per dimensionamento ridotto) nelle partite del database giocate al Roland Garros

Nel resto delle partite di Djokovic del 2020 presenti nel database, la frequenza di successo è stata esattamente in linea con la sua media. Visto l’apparente mediocre rendimento in finale, può sembrare una sorpresa. Anche se si tratta di un calo vistoso dalla partita precedente, la percentuale realizzativa in finale non è stata peggiore del solito. È interessante come in altri periodi della storia di Djokovic al Roland Garros c’è stata una sequenza di partite con un’efficacia della palla corta sopra alla media. Prima del 2020, solo in una partita tra il 2014 e il 2016, la finale del 2015, il rendimento è sceso fino al 46%.

Definire valida una strategia però significa di più che avere successo con quella strategia. Una strategia impone sempre una scelta rispetto a un’altra, e la scelta corretta è quella che determina la massimizzazione del risultato.

Come si applica in questo caso?

Un confronto che si può fare è quello con la frequenza di successo complessiva di Djokovic negli scambi, vale a dire un confronto con tutti gli altri aspetti di uno scambio. Al Roland Garros, la bravura di Djokovic nella palla corta è stata a corrente alternata, se paragonata all’abilità nello scambio, come dal grafico dell’immagine 3. Buona parte della spiegazione può essere dovuta alla natura rischiosa del colpo stesso, che in alcuni giorni funziona meglio che in altri. È curioso però notare come l’aggressività sulla palla corta ha dato a Djokovic un maggior rendimento nei primi anni, fino a quando poi la superiorità nello scambio ha preso il sopravvento. Nell’ultimo decennio la scelta di giocare la palla corta si è rivelata più complessa, perché non era sempre garanzia di benefici addizionali rispetto ad altre strategie di gioco.

IMMAGINE 3 – Efficacia della palla corta di Djokovic (corretta per dimensionamento ridotto) rispetto alla bravura complessiva nello scambio, per le partite del database giocate al Roland Garros

Nella semifinale e finale del Roland Garros 2020, Djokovic ha giocato la palla corta con maestria superiore rispetto alla sua bravura complessiva nello scambio. La partita in cui la palla corta ha rappresentato un punto debole è stata in realtà il quarto di finale contro Pablo Carreno Busta.

Possiamo quindi dire che, in un pomeriggio in cui molti degli usuali punti di forza di Djokovic lo hanno abbandonato, quella della palla corta è stata comunque una strategia valida. ◼︎ 

Was Djokovic’s Drop Shot Strategy at the French Open a Mistake?

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