Il più grande archivio italiano di analisi statistiche sul tennis professionistico. Parte di Tennis Abstract

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Jakub Mensik, colui che abbatte i giganti 

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Pubblicato il 25 marzo 2025 su TennisAbstract – Traduzione di Edoardo Salvati

// Jakub Mensik l’ha fatto ancora. Jack Draper arrivava dalla vittoria all’Indian Wells Masters, le due settimane più brillanti della sua carriera, ma Mensik è stato un po’ più bravo. Nel secondo turno del Miami Masters, entrambi i set sono andati al tiebreak e per due volte, sul sei pari, il diciannovenne della Repubblica Ceca ha servito a un altro livello. Vincendo 14 dei 19 punti giocati nei tiebreak, ha mandato a casa Draper con largo anticipo. Dopo una prestazione così solida, il terzo turno sembrava una passeggiata. Contro Roman Safiullin, sono bastate due palle break e grazie a una cascata di servizi mostruosi ha vinto con il punteggio di 6-4 6-4. Mensik al momento è fuori dai primi 50, ma non è una classifica veritiera. Per prima cosa, è entrato nei primi 50 lo scorso anno e con i punti di Miami ci rientrerà sicuramente. Inoltre, ha mostrato che sul circuito non ha paura di nessuno. La vittoria contro Draper è stata la sesta su undici partite contro uno dei primi 10 e in tre delle cinque sconfitte ha vinto un set, anche contro Novak Djokovic a Shanghai lo scorso autunno.

Djokovic lo ha definito “uno dei migliori al servizio in circolazione”. In effetti dagli US Open 2024, Mensik, dall’alto dei suoi 193 cm, sta servendo ace per più del 15% dei punti al servizio. Solo Giovanni Mpetshi Perricard e Quentin Halys hanno una frequenza migliore tra i regolari del circuito. A Miami, Mensik ha raggiunto nuove vette: in ciascuna delle tre partite giocate sinora — contro Roberto Bautista Agut, Draper e Safiullin — ha servito un ace in almeno il 26% dei punti al servizio. Stiamo parlando di un dominio del tipo di Reilly Opelka, e nemmeno lui ha infilato una sequenza di tre turni così dal 2022. Mensik è una delle promesse più eccitanti del tennis maschile, ma il clamore intorno a Joao Fonseca non lascia molto spazio a nessun altro. Che peso diamo alle sue vittorie contro i primi 10…e alle sconfitte contro quelli fuori dai 10 che lo hanno tenuto al margine dei primi 50? E come dovremmo considerare il resto del suo gioco, ad esempio quelle volte in cui non conclude il punto con una prima di servizio? Proviamo a indagare.

Validazione

Ecco gli scontri diretti con i primi 10.

IMMAGINE 1 – Mensik vs primi 10 (6 vittorie / 5 sconfitte)

Direi assolutamente non male per qualcuno che non ha ancora compiuto 20 anni. Draper non è stato il primo della lista a essere schiacciato da Mensik. Nelle sei vittorie, ha infatti tenuto il servizio il 90% delle volte, vincendo tre quarti dei punti con la prima. Sia Djokovic che Alex de Minaur hanno trovato il modo di neutralizzare quel servizio, ma giocatori meno abili alla risposta (cioè la maggior parte degli altri esseri umani) non ci sono riusciti. Già prima dell’inizio di Miami, Mensik era solo il ventunesimo giocatore dall’introduzione della classifica ATP a vincere le prime cinque partite contro uno dei primi 10 (sto escludendo giocatori che erano al vertice nel 1973, quando è stato introdotto il sistema di punteggio). Ed è solo il dodicesimo di sempre a vincerne sei su undici. La tabella mostra gli altri di questo gruppo.

Giocatore                 Primi 10  Primi 11  
Alberto Mancini           7-3       7-4  
Miloslav Mecir            7-3       7-4  
Fernando Gonzalez         6-4       7-4  
Marc Kevin Goellner       6-4       7-4
Lleyton Hewitt            6-4       6-5  
Jakub Mensik              5-5       6-5  
Ugo Humbert               5-5       6-5  
Marcos Baghdatis          5-5       6-5  
Marat Safin               5-5       6-5    
Carlos Moya               5-5       6-5  
Chris Woodruff            5-5       6-5  
Magnus Larsson            5-5       6-5  
Boris Becker              5-5       6-5  
Fabian Marozsan           5-5       5-6  
Aslan Karatsev            5-5       5-6  
Matteo Berrettini         5-5       5-6  
Reilly Opelka             5-5       5-6  
Mardy Fish                5-5       5-6  
Nicolas Kiefer            5-5       5-6  
Henrik Holm               5-5       5-6  
Greg Holmes               5-5       5-6

Ci sono nomi di prestigio, anche se di varietà molto ampia. Troviamo infatti alcuni grandi, insieme a giocatori come Aslan Karatsev e Greg Holmes, che a quanto pare hanno vinto a sorpresa contro Mats Wilander e Jimmy Connors. Lo stile di gioco è sbilanciato verso colpi carichi di peso e servizi potenti, ma non in modo incontrovertibile. Parlo di stili di gioco perché servizi bomba come quelli di Mensik hanno la capacità di rendere le partite un lancio della moneta. Se la risposta non arriva, non fa alcuna differenza quanto si è forti alla risposta. Se la bravura in altri frangenti non regge, allora si va al tiebreak. Tranne un paio di break iniziali, è quello che è successo nella partita con Draper. John Isner ha vinto tre delle sue prime dieci partite contro uno dei primi 10 e anche Opelka si è guadagnato un posto in elenco.

Tutto il resto

Quando la risposta arriva però, a quel punto la partita è di chiunque, a prescindere dalla classifica. Per Mensik, più o meno tutto tranne la prima di servizio è, in modo relativo, una debolezza. Nelle ultime 52 settimane, ha vinto il 47.4% dei punti sulla seconda, cioè penultimo tra i primi 50 (solo Pedro Martinez ha numeri inferiori). Mensik ha ricevuto elogi per il rovescio, che non è proprio un suo punto di forza. Non ne frena il rendimento, ma il mio indice di Potenza del Rovescio lo mette sulla media del circuito. Il vero problema è con l’indice di Potenza del Dritto: con un valore di +1.1 su 100 dritti, precede alcuni colleghi, tra cui Opelka, Mpetshi Perricard e Hubert Hurkacz, che ha sì dimostrato che è possibile rimanere in una zona di vertice senza particolare aiuto dal dritto, ma anche che la linea di demarcazione è molto risicata.

E questo comporta poi numeri dolorosi nello scambio. Stavo per scrivere “scambio lungo”, ma Mensik vede una situazione di svantaggio non appena la parola “scambio” entra in gioco. La tabella riepiloga i numeri ottenuti in funzione della lunghezza dello scambio in undici partite del Match Charting Project giocate nelle ultime 52 settimane (non è inclusa la vittoria contro Draper).

Lungh. Scambio   %Punti Vinti  
1-3 colpi        52.2%  
4-6 colpi        45.3%  
7-9 colpi        41.9%  
10+ colpi        42.0%

Il 52% nello scambio corto è eccezionale, e quando ho fatto la stessa analisi per l’articolo sulla qualità raggiunta da Draper era sufficiente per entrare nel gruppo dei primi 10. Siccome queste statistiche ricomprendono servizio e risposta, ci dicono che Mensik raccoglie più punti veloci di quanto riescano a fare gli avversari. Il resto della fotografia però è desolante. Si trova infatti in fondo alle altre tre categorie e, se mettiamo tutto insieme, è ultimo per numero di punti vinti tra i giocatori con almeno dieci partite nel database nell’ultimo anno.

Giocatore            1-3 %PV  4+ %PV  
Jakub Mensik         52.2%    43.8%  
Mpetshi Perricard    51.6%    43.8%  
Zhizhen Zhang        48.5%    44.1%  
Jiri Lehecka         51.8%    44.2%  
Ben Shelton          50.5%    44.7%  
Hubert Hurkacz       55.0%    45.4%  
Lorenzo Sonego       52.5%    45.5%  
Tallon Griekspoor    49.8%    46.1%  
Flavio Cobolli       44.9%    46.6%  
Alexei Popyrin       50.4%    46.8%  
…                                  
Jack Draper          53.3%    48.8%  
…                                  
Stefanos Tsitsipas   50.5%    50.6%  
…                                  
Alexander Zverev     53.0%    53.1%  
…                                  
Novak Djokovic       53.7%    54.9%  
Carlos Alcaraz       52.5%    55.8%  
Jannik Sinner        54.4%    57.0%

La situazione si complica ulteriormente. In presenza di abbastanza punti corti, si può ovviare a una debolezza nello scambio lungo. Però Mensik finisce per giocare più punti lunghi della maggior parte degli altri giocatori che compaiono tra gli ultimi dieci. Nella categoria 1-3 punti c’è meno del 63% dei suoi punti, rispetto a più del 70% per Mpetshi Perricard. Anche Jiri Lehecka, ben lontano dall’essere agli estremi come Mpetshi Perricard, si attesta al 66%.

Penultimo

Mensik non è tra i migliori alla risposta, ma per ora va bene così. Ha vinto circa il 37% dei punti alla risposta nelle ultime 52 settimane, una frequenza che, unita a un ottimo servizio, è sufficiente per l’ingresso nei primi 10. Nonostante una classifica bassa, ha comunque avuto un alto rendimento contro avversari di qualità, con una mediana più forte di quella affrontata ad esempio da Stefanos Tsitsipas o Casper Ruud. La preoccupazione più immediata per Mensik è la seconda di servizio con cui, come detto, ottiene a malapena il 47% dei punti. Ben Shelton, che vince esattamente gli stessi punti di Mensik con la prima, con la seconda accumula il 55%. Pur essendo un valore insolitamente buono, quasi ogni giocatore con una prima come quella di Mensik vince almeno il 51% dei punti con la seconda.

Vale la pena ricordare che Mensik ha appena 19 anni e non ha avuto questa statura per molto tempo. È possibile che la sua seconda da qui a qualche anno avrà un aspetto completamente diverso, ed è quello che senza dubbio spera anche lui. Sbaglia più del 12% di seconde, una frequenza di doppi falli accettabile solo con una predisposizione molto aggressiva e allo stesso tempo remunerativa, quando invece per ora sta facendo solo fatica. Una seconda claudicante è sufficiente ad alterare l’esito di una partita. Nell’ultimo anno, con Mensik che ha messo almeno il 60% delle prime in campo, il suo record è stato 16 vinte e 5 perse. Sotto il 60%, è 12-17. Il problema si presenta con una risposta valida alla seconda di servizio, che per Mensik non è così incisiva da generare molte facili occasioni di +1, oltre al fatto che il suo gioco da fondo non è abbastanza solido da compensare. Quando subisce una risposta alla prima, i suoi risultati sono vicini alla media del circuito. Quando però la risposta è sulla seconda, è tra i peggiori in assoluto. L’immagine 2 mette a confronto la frequenza di punti vinti con una risposta valida sulla prima e la stessa frequenza con una risposta valida sulla seconda, per giocatori con almeno dieci partite nel database nell’ultimo anno. Chi si trova sotto la linea ha un rendimento sulla seconda di servizio relativamente inferiore.

IMMAGINE 2 – Punti vinti con risposta valida sulla prima vs punti vinti con risposta valida sulla seconda, in percentuale

Non c’è una sola ragione a limitare il raccolto di Mensik sulla seconda. Guardando il bicchiere mezzo pieno, c’è molto margine di miglioramento. Anche una seconda di livello medio — un traguardo apparentemente raggiungibile per un giocatore con una prima così schiacciante — lo farebbe probabilmente salire tra i primi 20.

La strada che porta al domani

Niente rende più dolce il sogno di un futuro da campione di un servizio mostruoso. Qualsiasi elenco di giovani promesse sopravvalutate avrà inevitabilmente nomi di ragazzi che sono rimasti troppo mono-dimensionali da convertire tutti quegli ace in vittorie di tornei. Credo che per Mensik questo sia lo scenario meno favorevole tra quelli possibili: se continua a giocare come sta facendo, può rimanere a lungo intorno al 40 o 50 del mondo. La prima di servizio è davvero notevole, e il resto del gioco è adeguato. Magari non continuerà a vincere metà delle partite con i primi 10, perché i più forti avranno tempo di adeguarsi. D’altro canto, ribadisco, ha solo 19 anni! La differenza tra i risultati con la prima e con la seconda è una stranezza statistica, che potrebbe voler dire che, come pochi altri, si muove su una sola dimensione, o che ha molto spazio per crescere. Sembra questa la direzione più probabile. Potrà rimanere limitato alla risposta, ma con una seconda che si avvicina alla prima diventa quasi impossibile strappargli il servizio. È la ricetta per molte altre vittorie contro i primi 10, e forse per una classifica personale espressa da un solo numero. ◼︎

Jakub Mensik, Giant Killer

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