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Teste di serie e tabelloni negli Slam

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Pubblicato il 26 giugno 2019 su Tennis with an Accent – Traduzione di Edoardo Salvati

// Ho scritto dei tweet in passato su come i quattro Slam dovrebbero assegnare le teste di serie e impostare i propri tabelloni. Prima dell’inizio di Wimbledon, voglio dare a queste idee una struttura nella forma di un articolo da utilizzare come punto di riferimento permanente.

Per prima cosa, credo nell’assegnazione delle teste di serie per gli Slam (e in generale per tutti i tornei) alla maniera della NCAA (National Collegiate Athletic Association). Questo significa sbarazzarsi dei sorteggi, e quindi di qualsiasi controversia relativa alla possibilità che vengano in qualche modo manipolati. Non penso che questo accada, ma fintantoché esistono, ci sarà sempre qualcuno che si chiederà se c’è qualcosa di non trasparente.

Nello stile della NCAA

Applicare il sistema di teste di serie nello stile della NCAA vuol dire impostare un ordine numerico rigido in un tabellone strutturato a sezioni. La testa di serie numero 1 gioca contro la numero 128, che non è il numero 128 del mondo, ma il giocatore la cui classifica è la più bassa tra i 128 partecipanti a uno Slam. La numero 2 gioca contro la 127 e così via, fino alla 64 contro la 65.

Sento già una critica evidente e giustificata: beh Matt, ma così vorrebbe dire ritrovare gli stessi accoppiamenti negli Slam quattro volte all’anno. E non è un bene per lo sport.

È una buona osservazione. In risposta, gli altri tre Slam potrebbero adottare il sistema in vigore a Wimbledon, cioè una formula specifica per superficie. In questo modo si riesce a modificare l’accoppiamento di teste di serie nei quattro Slam (o quantomeno in tre, visto che per gli Australian Open e gli US Open l’algoritmo sarebbe molto simile), evitando di sorteggiare il tabellone.

Naomi Osaka quindi avrebbe una testa di serie meno favorevole al Roland Garros. Angelique Kerber e Serena Williams invece ne avrebbero di più alte a Wimbledon. Garbine Muguruza sarebbe più in basso a Melbourne e New York. Ci sarebbe più varietà nelle teste di serie, in modo da ottenere una rotazione degli accoppiamenti estesa alle tre superfici.

Formule specifiche per Slam

Visto che sul cemento l’uso di una formula generica potrebbe determinare accoppiamenti molto simili agli Australian Open e agli US Open, per differenziare le teste di serie le due federazioni di Tennis Australia e USTA dovrebbero concepire una metodologia che utilizzi i risultati di metà della stagione o quelli di edizioni passate dei rispettivi tornei.

Qualcuno obietta che è proprio la casualità del sorteggio a renderlo divertente. E lo capisco. L’imprevedibilità rende lo sport interessante, non c’è dubbio. Perché il tennis dovrebbe farne a meno? È una domanda opportuna.

Fondamentalmente, la mia replica è questa. La testa di serie numero 1 ha acquisito il diritto al percorso migliore per la finale. Essere la numero 1 rispetto alla numero 4 dovrebbe fare differenza. Se le posizioni in classifica contano — un concetto basilare che il tennis e gli altri sport dovrebbero tentare di promuovere — la testa di serie numero 1 non dovrebbe essere costretta a giocare contro la numero 5 nei quarti di finale. Dovrebbe invece giocare contro la numero 8. È la numero 4 a dover giocare contro la numero 5.

La testa di serie numero 1 si è guadagnata il cammino più semplice. La casualità del sorteggio però si oppone al merito intrinseco su cui è costruito un tabellone a sezioni come quello dei tornei della NCAA.

Merito contro casualità

Un algoritmo specifico per superficie aggiungerebbe ancor più elementi di merito onorando i risultati ottenuti, o penalizzandone la mancanza, sulla determinata superficie. Dominic Thiem merita una testa di serie più alta al Roland Garros di quella di Roger Federer. Allo stesso modo, Simona Halep rispetto a Karolina Pliskova. Agli US Open 2018, Madison Kyes, che aveva la numero 14, sarebbe dovuta stare più in alto di Muguruza e di alcune altre giocatrici che invece erano immediatamente davanti a lei.

Si può premiare il rendimento, complessivo e su specifiche superfici.

Si può aderire a princìpi ferrei di composizione del tabellone e dare comunque vita a sufficiente varietà e novità negli accoppiamenti.

Si può comunque rendere interessante la selezione delle teste di serie negli Slam avendo rimosso la casualità e tutti gli altri aspetti che deludono di un sorteggio.

Così il tennis può comportarsi professionalmente in uno Slam. Non mi aspetto che accada, ma questo è il piano d’azione, se mai qualcuno volesse adottarlo. ◼︎

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