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C’è un vantaggio nel servire per primi?

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Pubblicato il 24 ottobre 2013 su TennisAbstract – Traduzione di Edoardo Salvati

Non esiste un vantaggio strutturale per il giocatore che serve per primo. Se i giocatori di tennis fossero dei robot, non ci sarebbe differenza su chi si appresta a servire per primo. La saggezza popolare però difficilmente si fa convincere del contrario. Lo scorso anno, analizzando il vantaggio del giocatore che serve per primo in partite molto equilibrate, ho trovato che, in funzione dello scenario che si presenta, chi parte a servire nel set decisivo potrebbe vincere più del 50% delle partite, e anche fino al 55%. Non c’è però un riscontro numerico scolpito nella pietra. E comunque si parla del servire per primi verso la fine della partita. Vincere il sorteggio iniziale non è garanzia del fatto di trovarsi poi in quella posizione nel terzo o nel quinto set.   

A logica quindi, si fatica a comprende come essere al servizio nel primo game della partita — e mantenendo quel possibile minimo vantaggio nel primo set — possa avere un impatto sostanziale sul risultato. Semplicemente, tra il primo game e quei momenti cruciali carichi di pressione che decideranno la partita c’è ancora troppo tempo, e troppe occasioni. 

ATP

Eppure, le prove puntano all’esistenza di un chiaro vantaggio a favore di chi serve per primo. Nelle partite di tabellone principale dei tornei maschili del 2013, il giocatore che ha servito per primo ha poi vinto il 52% delle volte. E la dinamica si conferma anche considerando i singoli giocatori. Ce ne sono stati 39 ad aver raggiunto almeno 10 partite nelle quali hanno servito per primi e 10 in cui invece hanno iniziato alla risposta. Di questo gruppo, 21 hanno vinto di più servendo per primi, contro i 17 che hanno vinto di più servendo per secondi. 

Ponderando i risultati per il numero delle partite, si ottiene che in media un giocatore del circuito maggiore ha avuto l’11% di probabilità in più di vincere servendo per primo rispetto a iniziare alla risposta. Se rapportato agli stessi parametri generali di quanto visto in precedenza, si tratta di un 52.6% di partite in direzione di chi serve per primo.  

Non è una conclusione definitiva, ma genera comunque fascino. Un possibile problema si può presentare quando è più probabile che i giocatori meno forti, cioè quelli che giocano qualche partita contro il gruppo dei 39 ma non abbastanza da farne parte, scelgano di iniziare alla risposta. In quel caso allora, i migliori 39 vincerebbero il 52.6% delle partite contro una coorte di giocatori più deboli. Ma non sembra essere così. Ho preso infatti all’incirca i successivi 60 giocatori sulla base delle partite giocate durante l’anno sul circuito maggiore. Questo gruppo secondario ha servito per primo il 51% delle volte, a indicare che i giocatori delle retrovie non hanno un’attitudine decisionale stabile dopo aver vinto il sorteggio.  

Challenger

A ulteriore conferma, ho applicato lo stesso algoritmo alle partite del circuito Challenger maschile dell’anno, ottenendo un altro insieme strutturato di giocatori con almeno 10 partite in cui hanno servito per primi e 10 in cui hanno iniziato alla risposta, per un totale in questo caso di 38 giocatori. Il risultato finale è quasi identico. I frequentatori abituali dei Challenger avevano il 9% di probabilità di vittoria in più servendo per primi, che si traduce in un 52.2% di vittorie da parte del giocatore che ha servito per primo. 

È un risultato particolarmente interessante perché, complessivamente, questi 38 frequentatori abituali dei Challenger preferiscono servire da secondi. Nelle 1100 partite che hanno giocato a oggi, hanno servito per primi solo 503 volte, circa il 45%. Nonostante una preferenza così marcata,  sono i risultati a parlare: è più probabile che vincano quando servono per primi. 

WTA

Se diamo uno sguardo alle donne, l’esito è così schiacciante da non sembrare realistico. Facendo lo stesso esame per il circuito maggiore nel 2013 (abbassando però il numero minimo di partite a 8 in modo da avere un numero simile di giocatrici), le 35 giocatrici più attive hanno il 28% di probabilità in più di vincere servendo per prime rispetto a quando iniziano alla risposta. In altre parole, quando sono in campo le più forti, la prima a servire vince circa il 56.3% delle volte. Del campione considerato, 24 giocatrici su 35 hanno percentuali di vittoria migliori quando servono per prime.  

Per un aspetto che non può essere interpretato come tendenza strutturale, ma anzi un fattore che viene da descrivere solo come mentale, sono restio ad attribuire eccessiva importanza a questi risultati del circuito femminile, in assenza di ulteriori approfondimenti. Tuttavia, il semplice fatto che i risultati ATP, Challenger e WTA vanno verso la stessa direzione è incoraggiante. Il vantaggio nel servire per primi non è assoluto, ma sembra essere concreto. ◼︎

Is There an Advantage To Serving First?

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