Pubblicato il 10 settembre 2025 su TennisAbstract – Traduzione di Edoardo Salvati
// Ha vinto gli ultimi 19 tiebreak ed è 21-1 nella stagione: il record di Aryna Sabalenka è così improbabile e lontano dalla realtà, che non so neanche da dove iniziare. C’è un precedente a questa striscia di vittorie, quello di Andy Roddick nel 2007 con 18 tiebreak vinti. In numero assoluto, John Isner in una stagione è arrivato a 44, e non sarà il caso di Sabalenka. Tra le donne però, ha stabilito il nuovo record un mese fa, perché il precedente era di “soli” 16. E anche quello aveva richiesto sforzi sovrumani, visto che Billie Jean King nella stagione del 1971 aveva giocato 127 partite. Le donne non giocano così tanti tiebreak, per quanto Sabalenka stia contribuendo a ridurre il divario. Tra gli uomini infatti, circa un set su cinque finisce al tiebreak, e occasionalmente quei giocatori che sono macchine da servizio ne raddoppiano la frequenza. Sul circuito femminile, solo un set su otto giocati termina con un tiebreak. Se da un lato Ben Shelton ne ha giocati 43 dall’inizio dell’anno, nessuna giocatrice è andata oltre 23 (eh sì, Sabalenka con 22 non è quella con più tiebreak, perché Elena Rybakina e Clara Tauson sono arrivate a 23. Rybakina e Tauson sono tra diverse giocatrici che giocano tiebreak più frequentemente, come percentuale di set, della numero 1). Un denominatore più piccolo rende una striscia di quel tipo ancora più difficile da portare avanti. Roddick l’ha distribuita su cinque mesi, quella di Sabalenka è partita da inizio marzo. Quando nella stagione 2013-14 Serena Williams ne ha vinti 10i di fila, ha impiegato più di un anno, e non ne ha vinti mai più di 11 in stagione, o giocati più di 16. La campagna di Sabalenka è del tutto inedita.
Grandi speranze
Le strisce vincenti di tiebreak sono così affascinati nel tennis perché corrispondo al classico lancio della moneta. Se un set arriva sul sei pari, significa che il livello di gioco è molto equilibrato (almeno in quella giornata e fino a quel punto). E nel formato classico di chi arriva primo a sette, la favorita ha meno tempo per imporsi sull’avversaria: quando Sabalenka ha battuto Rybakina per 7-6 3-6 7-6 nel quarto di finale a Berlino, i due tiebreak hanno richiesto 14 punti ciascuno. Nella realtà, i tiebreak non sono davvero come dei lanci di moneta. È raro infatti che entrambe le giocatrici abbiano precisamente il 50% di probabilità di vittoria, perché la più forte (per classifica, preferenza di superficie o livello di gioco in quella giornata) tende a imporsi. La probabilità però è più vicina al 50% di quanto la magia nera che Sabalenka ha invocato in questa stagione lasci pensare.
I lettori più affezionati sanno che ho escogitato una statistica per l’occasione, cioè l’indice TBOE (TieBreaks Over Expectations o Tiebreak sopra le attese). Osservando la percentuale di punti vinti in una partita da una giocatrice al servizio e alla risposta, si riesce a calcolare — sulla base di quelle percentuali — la probabilità che prevalga nel tiebreak. Prendiamo ad esempio la partita contro Rybakina, in cui Sabalenka ha vinto il 56% dei punti al servizio e il 39% di quelli alla risposta. Con questi numeri, un modello di probabilità di vittoria del tiebreak restituisce un valore del 43%: in una partita così equilibrata lo scenario più probabile sarebbe stato quello di un’equa divisione, però Sabalenka ha alzato il livello proprio nei punti più importanti e li ha vinti entrambi.
Una ripartizione 57/43 è la più classica. Il mio modello prevede che metà dei tiebreak di partite sul circuito maggiore femminile si posizionino nell’intervallo di probabilità tra il 50/50 e il 60/40, mentre meno di un decimo sono più estremi del 70/30. In altre parole, un record così sopra al 70% in un’intera stagione dovrebbe sorprenderci (specialmente perché non sono sempre le stesse giocatrici con un 60/40 a loro vantaggio. Sabalenka era dal lato sfavorevole di quel rapporto 57/43). E nel corso di una carriera sono tendenze che vanno verso il livellamento. La percentuale di vittoria del tiebreak di Williams era del 66%, mentre Novak Djokovic e Roger Federer sono i migliori sul circuito maschile con il 65%.
La castigatrice che castiga
Voglio ricordarvi che Sabalenka, al momento, si attesta al 95%! L’indice TBOE evidenzia che “avrebbe dovuto” vincerne molti di meno, cioè 13 vinti e 9 persi, per un record rispettabile ma non particolarmente degno di nota. La tabella riepiloga le giocatrici che in stagione hanno almeno dieci tiebreak giocati e almeno due vittorie sopra le attese.
Giocatrice V-P TBExp TBOE
Aryna Sabalenka 21-1 13.0 8.0
Linda Noskova 13-4 8.9 4.1
Hailey Baptiste 14-5 10.2 3.8
Veronika Kudermetova 10-3 7.1 2.9
Dayana Yastremska 9-3 6.2 2.8
Sofia Kenin 11-5 8.4 2.6
Diana Shnaider 12-8 9.6 2.4
Katarzyna Kawa 7-3 4.7 2.3
Maya Joint 9-5 6.7 2.3
Amanda Anisimova 8-3 5.9 2.1
Anna Kalinskaya 9-6 7.0 2.0
Il valore TBExp si riferisce al numero di tiebreak vinti attesi (per Sabalenka 13 invece di 21), mentre TBOE rappresenta il numero di tiebreak effettivamente vinti oltre il TBExp (quindi 21 è 8 tiebreak in più di 13). Il dato di Sabalenka per il 2025 è quasi due volte quello della seconda “migliore” (più dominante o fortunata, o qualsiasi altra cosa). Siamo in grado di calcolare il TBOE fino a circa il 2010. Nessuna giocatrice degli ultimi 15 anni si è anche solo lontanamente avvicinata al risultato attuale di Sabalenka.
Anno Giocatrice V-P TBExp TBOE
2025 Aryna Sabalenka 21-1 13.0 8.0
2017 Varvara Lepchenko 14-4 8.9 5.1
2018 Daria Saville 13-2 7.9 5.1
2023 Elena Rybakina 16-5 11.2 4.8
2017 Svetlana Kuznetsova 12-2 7.2 4.8
2016 Kirsten Flipkens 15-4 10.2 4.8
2022 Paula Badosa 14-4 9.4 4.6
2018 Johanna Larsson 12-3 7.4 4.6
2016 Johanna Konta 12-2 7.6 4.4
2023 Rebeka Masarova 14-4 9.8 4.2
2019 Sloane Stephens 11-2 6.8 4.2
2025 Linda Noskova 13-4 8.9 4.1
In termini di punti percentuali, alcune delle stagioni dell’elenco si possono paragonare a quella di Sabalenka, ma non è la stessa cosa: un record di 13-2 non ne implica uno di 26-4 di fronte al doppio dei tiebreak giocati. Dopo un magistrale 2018, nel 2019 Daria Saville ha ottenuto una vittoria su cinque tiebreak. Svetlana Kuznetsova ha vinto 12 tiebreak su 14 nel 2017, per poi fare 2-3 l’anno seguente. A confronto, Sabalenka ha vinto 13 dei primi 14…e poi anche i successivi 8. Per dare ulteriore prospettiva una stagione così matta, guardiamo anche gli uomini, per i quali il TBOE è a disposizione fino al 1991. In trentacinque anni, e molti più tiebreak, solo quattro giocatori in assoluto hanno vinto in una sola stagione più tiebreak “inattesi” di Sabalenka nel 2025.
Anno Giocatore V-P TBExp TBOE
1994 Jacco Eltingh 33-9 22.3 10.7
2010 John Isner 32-17 22.7 9.3
2015 Stan Wawrinka 34-12 24.9 9.1
2009 John Isner 27-12 18.5 8.5
2025 *Aryna Sabalenka 21-1 13.0 8.0
2012 John Isner 38-18 30.0 8.0
2016 Ivo Karlovic 42-26 34.0 8.0
2004 Andy Roddick 34-11 26.1 7.9
2017 John Isner 42-26 34.3 7.7
2014 Milos Raonic 38-13 30.4 7.6
1995 Thomas Muster 27-7 19.5 7.5
John Isner se la cavava nei tiebreak!
Appare all’orizzonte la media
Non notate qualcosa che manca nell’ultimo elenco? Il 2004 di Roddick è stata una delle stagioni migliori di sempre in quanto a tiebreak, ma che ne è del 2007, quando ne ha vinti 18 di fila? Dal quarto di finale a Wimbledon, in cui Richard Gasquet ha interrotto la striscia vincente, fino poi alla fine dell’anno ne ha vinti solo 11 su 20. Complessivamente, un TBOE di +5 è stato eccellente, ma non fuori misura. Ivan Lubicic, che non ha sogni di gloria negli annali, in quell’anno ha vinto più tiebreak sopra le attese.
Si ha la tentazione, di fronte al record di Sabalenka, di dare credito ai suoi nervi d’acciaio, alla sua grazia sotto pressione, alla ferocia delle prime di servizio. Non c’è dubbio che meriti pieno riconoscimento: qualsiasi esito produca il modello, Sabalenka quei punti li ha vinti, ha chiuso lo scambio a suo favore, quando le avversarie — tra le più forti giocatrici al mondo — non ci sono riuscite. Nel tennis però, dominare nei momenti chiave è una condizione instabile. La striscia di tiebreak rafforza la tesi per cui Sabalenka è dominante come qualsiasi altra. Ma una giocatrice che alza sempre il livello sotto pressione non lo fa solo quando il punteggio nel set è sul 6-6. Prendiamo le palle break: Sabalenka ne vince di più dei punti che vince alla risposta (è così per quasi tutti), ma con un margine minore rispetto alla media. Su questo, sotto pressione fa leggermente peggio della classica giocatrice. E ci aiuta a capire come sia finita per giocare così tanti tiebreak, 15 su 22 contro avversarie fuori dalle prime 20. Non stiamo discutendo del merito del record di Sabalenka. Ripeto, quei colpi li ha chiusi, le partite le ha vinte, fine della storia. È più interessante capire cosa ci si può aspettare ora.
Come visto, il primo posto in un elenco non è particolarmente predittivo (a meno di non essere Isner). Saville e Kuznetsova non hanno dato seguito a una stagione di tiebreak estremamente remunerativa. Anche Roddick, dopo la sua striscia, è tornato con i piedi per terra. Il record di Jacco Eltingh, dopo un 1994 incredibile, è stato di 14-11, molto più normale. Sul momento, è difficile separare la capacità di essere decisivi dall’essere fortunati. Nel lungo periodo, smette di avere importanza, perché qualsiasi cosa sia, è passeggera. Per Sabalenka quindi, l’assunzione più facile è che tornerà a una percentuale di tiebreak vinti di circa il 60%. Dipenderà in parte dalle avversarie e, con solo un paio di dozzine di tiebreak a stagione, un po’ di buona o cattiva sorte potrebbe alterare quel rendimento di una decina di punti percentuali, in positivo o in negativo. C’è in ogni caso ragione per un po’ di ottimismo. Il 2025 è la quinta stagione di fila in cui Sabalenka ottiene numeri al tiebreak superiori alle attese.
Anno V-P TBExp TBOE
2017 5-6 5.8 -0.8
2018 14-8 11.9 2.1
2019 5-7 5.8 -0.8
2020 5-7 6.7 -1.7
2021 9-5 6.9 2.1
2022 9-5 7.1 1.9
2023 13-6 9.7 3.3
2024 8-5 6.9 1.1
2025 21-1 13.0 8.0
I dati per il 2021-24 sono ridotti e nessuna stagione con vittorie sopra le aspettative può reggere il confronto con il l’anno in corso.
Ci sono comunque giocatori (Isner, Federer, Djokovic) che sono riusciti ad avere continuità di rendimento superiore nei tiebreak, rispetto alla maggioranza dei colleghi che invece non ha mostrato la stessa attitudine. Un servizio potente non è di partenza necessariamente un vantaggio, di certo aiuta se lo si sfrutta nel tiebreak come nel resto del set, un accorgimento che sorprendentemente in pochi hanno incorporato nel loro gioco. Potrebbe essere questa una spiegazione del successo di Sabalenka. Anche nella più ottimistica delle previsioni, Sabalenka può pensare di vincere due terzi dei tiebreak che gioca. Prima o poi la striscia terminerà e anche lei — come Williams e Djokovic — dovrà accontentarsi di qualcosa in meno. ◼︎