Pubblicato il 6 aprile 2021 su TennisAbstract – Traduzione di Edoardo Salvati
// Vi offro una statistica che probabilmente non conoscevate. Dalla ripresa delle competizioni nel 2020, le cinque giocatrici con più punti vinti sulla prima di servizio sono Naomi Osaka, Serena Williams, Ashleigh Barty, Jennifer Brady, e…Maria Sakkari.
Sui primi quattro nomi non ci sono sorprese. Osaka, Williams e Barty sono probabilmente le tre giocatrici più aggressive, senza troppe discussioni, e Brady ha fatto della potenza al servizio un elemento distintivo. È Sakkari a distinguersi. Fa molte cose bene sul campo, ma non avrei mai pensato di inserirla in un gruppo come questo, davanti a giocatrici del calibro di Karolina Pliskova, Aryna Sabalenka e, beh, tutte le altre.
Si può definire la prima di servizio di Sakkari come il segreto più gelosamente custodito del tennis femminile, in larga parte perché è un segreto solo da poco tempo. All’arrivo sul circuito infatti, possedeva un servizio abbastanza carente, che ha migliorato solo in modo graduale. Ed è questo che suscita meraviglia. La tabella riepiloga la frequenza di punti vinti sulla prima di servizio da parte di Sakkari nelle sei stagioni trascorse sul circuito maggiore, tutte con almeno 18 partite giocate.
Anno % pt vinti prima 2016 58.6% 2017 59.7% 2018 63.7% 2019 65.2% 2020 66.5% 2021 69.9%
Forse non serve dare altre spiegazioni. Meno del 60% di punti vinti sulla prima non è un buon risultato, il 70% invece è eccellente, e passare da uno all’altro è uno sforzo monumentale. Se questo non vi convincesse, la tabella che segue riepiloga la stessa progressione insieme al percentile di classifica. Si vede che Sakkari ha iniziato la carriera giocando meglio del 13% delle colleghe, mentre nel 2020 sta rendendo meglio del 93%!
Anno % pt vinti prima Percentile 2016 58.6% 13 2017 59.7% 20 2018 63.7% 53 2019 65.2% 67 2020 66.5% 79 2021 69.9% 93
Giocatrici e giocatori possono migliorare e sono capaci di farlo, ma di solito conservano più o meno gli stessi punti di forza e debolezza nel corso della carriera. La campionessa greca è stata brava a emergere da questa dinamica ed è immediato riflettere sulla domanda successiva: ci è riuscita qualcun’altra?
Vi presento Kiki
Ho utilizzato un semplice filtro per identificare le giocatrici che hanno ampiamente migliorato questo aspetto del loro gioco. Per ogni giocatrice che, in un’intera stagione, ha raccolto meno del 60% dei punti sulla prima (quasi esattamente il 20esimo percentile), ho trovato quelle che hanno avuto un rendimento, sempre per un’intera stagione, di almeno il 63.3%, cioè nella metà superiore di tutte le giocatrici per quell’intervallo di tempo.
Dal 2010 al 2021 — purtroppo un periodo ristretto per via della limitata disponibilità di statistiche di partite femminili — 112 giocatrici hanno avuto una stagione inferiore al 60%. Di queste, 26 hanno poi conseguito un’annata al di sopra della media. Un esempio è quello di Carla Suarez Navarro, che ha vinto il 59.0% di punti sulla prima nel 2010 e ha raggiunto un massimo del 64% (il 56esimo percentile) nel 2016. È una progressione di tutto rispetto, ma ben lontana dallo standard di Sakkari. La tabella riepiloga le 10 giocatrici che partendo da una stagione inferiore al 60% ne hanno ottenuta poi una da almeno il 65%, ordinate per il livello più alto sostenuto.
Giocatrice Debole %1ma %ile Forte %1ma %ile Bertens 2015 59.5% 18 2019 71.9% 97 Sakkari 2016 58.6% 13 2021 69.9% 93 Kasatkina 2017 59.0% 15 2021 66.4% 78 Halep 2012 56.4% 3 2014 66.4% 78 Shvedova 2011 59.4% 17 2016 66.1% 75 Cornet 2011 58.9% 14 2020 66.1% 75 Linette 2016 59.9% 21 2020 65.8% 73 Wickmayer 2012 60.0% 22 2017 65.8% 72 Sasnovich 2016 58.4% 11 2018 65.1% 67 Stephens 2011 59.7% 19 2015 65.0% 66
Nel fasi peggiori, Kiki Bertens ha fatto meglio di Sakkari, senza però comunque trarre grosso beneficio dal servizio. Anche lei ha avuto due stagioni di fila sotto al 60% ma, a differenza di Sakkari, la crescita è stata istantanea. È passata dal 59.5% del 2015 a quasi il 68% un anno dopo, valido per l’86esimo percentile. Non c’è da stupirsi nel vedere che anche la classifica si è mossa a catapulta, dal 104esimo posto alla fine del 2015 al numero 22 del 2016.
Gli anni successivi di Bertens sono di buon auspicio per Sakkari. Dopo aver superato la barriera del 60% infatti, la percentuale più bassa di punti vinti sulla prima è stata del 67.4%. Il percorso di Simona Halep dà un po meno fiducia a Sakkari, visto che il 78esimo percentile del 2014 è il più alto in carriera. È comunque ragguardevole che Halep sia migliorata così tanto, visto un rendimento di partenza davvero scadente, ma non può essere annoverata tra le grandi in questa dimensione del gioco.
Crescita regolare
Suddividere i benefici di un miglioramento al servizio su cinque anni di gioco, come ha fatto Sakkari, non assicura vantaggi rilevanti. Se avesse avuto l’opzione di guadagnare otto punti percentuali in una sola stagione, al pari di Bertens, l’avrebbe certamente sottoscritta. Eppure, l’avanzamento continuo di Sakkari è per me motivo di fascinazione. Nei poco più di dieci anni di dati disponibili, nessun’altra giocatrice ha incrementato la percentuale di punti vinti sulla prima per cinque anni di fila. Solo due — Yulia Putintseva e Saisai Zheng — lo hanno fatto per quattro anni consecutivi, ma non sono numeri che reggono il confronto. Dal 53.2% del 2015, Zheng è salita al 59.3% nel 2019, mentre Putintseva è passata dal 57.9% del 2017 al 62.4% della stagione in corso. Pur ottimizzando il talento in dote, nessuna di loro si è trasformata in una minaccia al servizio quanto lo è diventata Sakkari.
Alla ricerca di un paragone più adeguato con questa striscia di cinque anni, o forse anche solo di un paragone, mi sono rivolto al più copioso database del circuito maschile, che risale al 1991. In quei trent’anni, ho trovato esattamente 10 giocatori con miglioramenti in questa statistica per almeno cinque anni consecutivi. Si tratta di un gruppo decisamente eterogeneo, con alcuni nomi facilmente riconoscibili.
Giocatore Striscia Inizio %ile Fine %ile Furlan 6 2 73 Dosedel 6 2 16 Benneteau 5 16 55 Clement 6 18 70 Chang 5 18 92 Federer 5 47 94 Enqvist 5 58 94 Bo. Becker 6 79 99 Isner 7 82 98 Rosset 5 87 98
Il percentile iniziale e quello finale segnalano che è un elenco comprensivo di giocatori che sono partiti male e hanno concluso leggermente meglio, macchine da servizi che da un ottimo livello hanno ottenuto ancora di più dal loro colpo principale e una manciata di profili simili a Sakkari che si sono sposati progressivamente dall’essere considerevolmente sotto a decisamente sopra la media. Michael Chang è il parallelo più vicino del gruppo, anche se non abbiamo statistiche dettagliate per i suoi primi anni di professionismo. Nel 1991, era uno dei migliori alla risposta, ma in un periodo dominato da tattiche offensive vincere a malapena due terzi dei punti al servizio non era sufficiente per farlo stare tra i primi 10. Cinque anni più tardi, vinceva il 77% dei punti al servizio, terminando la stagione al numero due del mondo, il massimo di sempre. Pur non riuscendo a mantenere statistiche così efficienti al servizio, ha comunque avuto altri anni sopra la media. E poi c’è Roger Federer, ma lascio ai tifosi di Sakkari stabilire se la sua presenza è di qualche possibile indicazione per il futuro della giocatrice greca.
Ave Maria
Tutta questa lunga esposizione per dire: “wow”! Ci sono altri aspetti del gioco in cui Sakkari è diventata più forte, ma in nessuno ha mostrato la stessa continuità e gli stessi margini che al servizio. Se si inizia ad analizzare tendenze anno su anno per singole statistiche, si moltiplicano analogamente gli ambiti di studio: determinare l’età a cui si raggiunge il massimo rendimento in specifici ambiti di prestazione, verificare quali statistiche hanno maggiore probabilità di regressione verso la media o quali invece sono più efficaci nel pronosticare aumenti di posizioni in classifica, e così via. Nel frattempo, guarderò l’evoluzione di Sakkari con occhi nuovi e più informati. ◼︎