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Il qualificato Slam con la classifica più alta

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Pubblicato il 26 maggio 2023 su TennisAbstract – Traduzione di Edoardo Salvati

// Aslan Karatsev ha raggiunto il tabellone principale del Roland Garros, battendo al terzo turno delle qualificazioni Nicolas Moreno De Alboran per 6-4 6-3 (risultato aggiornato al momento della traduzione, n.d.t.). Era la prima testa di serie dei qualificati in virtù della posizione 62 nella classifica ufficiale. Solitamente, essere tra i primi 70 garantisce un posto nel tabellone principale con comodo margine. Circa sei settimane fa però, quando l’elenco dei giocatori con ammissione diretta è stato finalizzato, Karatsev stazionava al di fuori dei 120. Nel frattempo, ha raggiunto la semifinale del Madrid Master, recuperando molte posizioni. È raro per un giocatore con quel tipo di classifica dover passare per le qualificazioni (o, vista in altro modo, è insolito che un giocatore fuori dai primi 100 risalga la classifica in così poco tempo), anche se è successo: la tabella riepiloga le 13 teste di serie delle qualificazioni con classifica più alta dal 2000.

Class.  Anno   Torneo           Giocatore
57      2013   US Open          Federico Delbonis   
59      2017   US Open          Leonardo Mayer      
62      2009   Roland Garros    Fabio Fognini       
62      2023   Roland Garros    Aslan Karatsev      
67      2004   Roland Garros    Albert Montanes     
68      2000   US Open          Harel Levy          
69      2007   US Open          Frank Dancevic      
69      2009   US Open          Thomaz Bellucci     
70      2015   Roland Garros    Hyeon Chung         
75      2005   Roland Garros    Andreas Seppi       
75      2008   Roland Garros    Eduardo Schwank     
75      2022   US Open          Constant Lestienne  
77      2007   Wimbledon        Nicolas Mahut

Ho esteso l’elenco a 13 per una ragione, quella cioè di inserire anche Wimbledon. Le prime dodici posizioni sono infatti monopolizzate dal Roland Garros e dagli US Open, per via del gran numero di punti per la classifica a disposizione nei tornei di preparazione a quei due eventi. Serve andare molto indietro per trovare qualcuno agli Australian Open: Taylor Fritz era il numero 91 quando ha giocato le qualificazioni a Melbourne nel 2018. Anche se Karatsev ha ottenuto il passaggio al tabellone principale, una classifica alta non è garanzia di successo. All’avvio delle qualificazioni per gli US Open 2013, Federico Delbonis era il numero 57 e veniva da una recente finale ad Amburgo. La sua avventura però era durata solo 55 minuti contro Mikhail Kukushkin, tornando a casa da perdente al primo turno.

Vijay!

Non possiedo i risultati di tutte le qualificazioni prima del 2000, motivo per cui mi sono fermato a quell’anno. Si possono però trovare qualificati per il periodo precedente perché in realtà sappiamo quali giocatori del tabellone principale sono arrivati dalle qualificazioni. Peter Wetz mi ha aiutato nella ricerca, con un risultato sorprendente. Nel 1982, il numero 35 Vijay Amritraj è entrato nel tabellone principale di Wimbledon da qualificato. Il numero 35! E sembrava ancora più in forma di quanto quel numero indicasse. Aveva infatti chiuso la stagione 1981 al numero 20, in larga parte grazie ai quarti di finale proprio a Wimbledon, dove aveva mancato l’opportunità di salire due set a zero contro Jimmy Connors. Amritraj era considerato uno dei giocatori sull’erba più forti del mondo. La sua presenza nelle qualificazioni arrivava da uno scontro con i poteri forti del tennis. Sul circuito maschile Gran Prix — grossomodo equivalente all’odierna ATP — era stata introdotta una nuova regola per cui i giocatori dovevano impegnarsi in almeno dieci tornei Grand Prix per poter rientrare nella lista di accesso agli Slam. Aveva protestato anche Bjorn Borg, che voleva decidere di giocare solo se libero di scegliere quando farlo.

Amritraj era impegnato in altre attività, e non voleva essere ‘costretto dal sistema’ a giocare tutti quei tornei. Stava inseguendo una carriera da attore e avrebbe fatto una comparsa nel film Octopussy della saga James Bond nel 1983. Però questo era Wimbledon, e sosteneva di aver ricevuto centinaia di lettere dai tifosi che lo pregavano di giocare, perché in India, diceva, i due tornei che contano sono Wimbledon e la Coppa Davis. Si era presentato alle qualificazioni, diventando il centro d’attrazione di un evento che altrimenti passerebbe abbastanza inosservato. Era partito con una vittoria che aveva aspettato per undici anni, visto che non aveva partecipato alle qualificazioni dal 1971 quando aveva perso a 17 anni al primo turno. Aveva poi vinto facilmente la seconda partita in tre set contro Christo van Rensburg.

A quel punto aveva saputo di essere già qualificato al tabellone principale grazie a un ritiro. Allora, la lotteria dei lucky loser non esisteva e quando si apriva una posizione nel tabellone principale, il perdente dell’ultimo turno con la classifica più alta passava automaticamente. Amritraj sarebbe entrato nei 128 comunque. Alla fine, si era guadagnato l’accesso, ma di misura contro un anonimo americano, Glen Holroyd, per 6-7 3-6 6-4 7-5 6-2. “Dovrò giocare molto meglio di così se voglio combinare qualcosa a Wimbledon”, aveva dichiarato. E qualcosa lo aveva fatto, ma non quanto avrebbe voluto. Al primo turno, aveva recuperato due set di svantaggio per battere Jeff Borowiak, poi si era issato al terzo turno con un vittoria in tre set contro Pascal Portes. Qui, aveva ceduto a Roscoe Tanner in una partita molto combattuta. Tanner, la testa di serie 14 e finalista nel 1979, lo aveva superato per 6-4 6-4 4-6 4-6 6-3: per il quinto anno di fila, Amritraj era uscito da Wimbledon dopo una sconfitta in cinque set. Non per niente i giocatori chiamano le qualificazioni ‘una valle di lacrime’.

Nel 1990, era tornato per un’ultima volta. A diciannove anni dal primo tentativo di qualificarsi, era passato. Con una classifica fuori dai primi 300 e a 36 anni di età, era già stato fortunato a ottenere un posto tra i 128. Ma se l’era sudato, battendo Eric Winogradsky, Stephane Grenier e Stephen Botfield. Poi però, aveva perso al primo turno: come sempre, erano serviti cinque set per batterlo. ◼︎

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