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L’invasione di americani al torneo di Houston

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Pubblicato il 9 aprile 2018 su TennisAbstract – Traduzione di Edoardo Salvati

// Dei 28 giocatori nel tabellone principale del torneo di Houston 2018, 15 sono degli Stati Uniti, tra cui tre delle prime quattro teste di serie (John Isner, Sam Querrey e Jack Sock), due dei quattro qualificati (Stefan Kozlov e Denis Kudla) e una delle tre wild card assegnate (Mackenzie McDonald).

La rinascita americana

La predominanza di giocatori locali allo US Men’s Clay Court Championships richiama alla memoria trascorsi di tennis professionistico di altre epoche, quando poche nazioni – e spesso gli Stati Uniti tra i primi – erano padrone della classifica.

Sono tempi andati, ma l’affollamento in Texas è il più recente segno della rinascita americana. Va detto, è una settimana di pausa per molti giocatori di vertice e altri specialisti europei della terra battuta hanno preferito il torneo di Marrakech, sempre un ATP 250.

I giocatori statunitensi non rappresentano quindi esattamente la metà dei migliori del momento. In ogni caso, un tabellone principale con la presenza di così tanti giocatori americani non si vedeva ormai da molti anni.

Nelle ultime cinque decadi, ci sono stati poco più di 400 tornei del circuito maggiore in cui una nazione ha schierato più del 50% dei giocatori del tabellone principale, una media di circa otto tornei all’anno.

Si tratta però di un dato ingannevole: Houston infatti è il primo torneo dal 2004 in cui questo accade e ci sono solo altri due esempi negli ultimi vent’anni.

Per trovare un concentrato di americani in tabellone bisogna risalire al 1996. La tabella riepiloga gli ultimi 20 tornei in cui una nazione ha schierato più della metà dei giocatori del tabellone principale.

Data     Torneo         Tab  Naz  Giocatori  %  
04-2004  Valencia       32   ESP     20      62.5%  
09-1993  Majorca        32   ESP     18      56.3%  
09-1997  Marbella       32   ESP     18      56.3%  
09-1996  Marbella       32   ESP     18      56.3%  
02-1996  San Jose       32   USA     17      53.1%  
10-1995  Valencia       32   ESP     18      56.3%  
02-1995  San Jose       32   USA     18      56.3%  
02-1994  Filadelfia     32   USA     18      56.3%  
01-1994  San Jose       32   USA     17      53.1%  
08-1993  Los Angeles    32   USA     17      53.1%  
02-1993  San Francisco  32   USA     19      59.4%  
08-1992  Los Angeles    32   USA     17      53.1%  
07-1991  Newport        32   USA     17      53.1%  
05-1991  Charlotte      32   USA     17      53.1%  
04-1991  Orlando        32   USA     20      62.5%  
07-1990  Los Angeles    32   USA     19      59.4%  
05-1990  Kiawah Island  32   USA     24      75.0%  
04-1990  Orlando        32   USA     17      53.1%  
02-1990  Filadelfia     48   USA     27      56.3%  
02-1990  Toronto Indoor 56   USA     30      53.6%

Pur trattandosi dello stesso evento, i quattro tornei più recenti si sono giocati in tre sedi diverse. I rimanenti tabelloni dell’elenco sottolineano la capacità degli Stati Uniti di produrre giocatori di buon livello in quel periodo, dominando circa l’85% dei tornei in cui una nazione ha schierato più della metà dei giocatori del tabellone principale.

L’Australia è la più rappresentata in altri 50 tornei, ma tutti organizzati localmente e prima del 1980. Gli Stati Uniti sono l’unica nazione ad aver avuto più della metà dei giocatori in un tabellone principale di tornei fuori dai propri confini.

Più della metà del tabellone senza wild card

C’è un altro elemento che rende il tabellone di Houston ancora più speciale.

Gli organizzatori hanno dato solo una delle tre wild card a disposizione a un giocatore americano (le altre due sono andate alla testa di serie numero quattro Nick Kyrgios, che non si è preoccupato di iscriversi seguendo la procedura canonica, e all’idolo degli appassionati Dustin Brown).

In altre parole, i giocatori americani avrebbero comunque occupato metà del tabellone anche senza l’ausilio delle wild card.

Si tratta di un’occorrenza – quella di superare la metà del tabellone senza wild card – ancora più rara negli ultimi venticinque anni circa. Dei venti tornei dell’elenco, solo 9 soddisfano questo criterio più restrittivo. Gli altri 11 passano il taglio solo in presenza di wild card.

Valencia 2004

Il torneo di Valencia 2004 entra comunque nel gruppo, ma per trovare un esempio di torneo organizzato negli Stati Uniti serve tornare indietro di 25 anni, a San Francisco 1993.

Ci fu un’ottima ragione per riservare almeno una wild card a un giocatore straniero, visto che gli organizzatori riuscirono a far venire Bjorn Borg, il quale perse però al primo turno. Andre Agassi vinse poi il torneo battendo in finale Brad Gilbert.

Bisogna vedere se la forza bruta dei numeri sarà sufficiente a mantenere il titolo in mani americane (nel 2017 ha vinto Steve Johnson, la testa di serie numero sei dell’edizione in corso).

Nei più di 400 tornei in cui i giocatori di una nazione rappresentavano più della metà del tabellone principale, il vincitore è arrivato proprio da quella nazione nel 73% delle volte.

Il mio modello predittivo lo considera equamente probabile, con il 48.9% di probabilità di vittoria da parte di un americano. Uno dei favoriti è però l’australiano Kyrgios, con il 45% di probabilità.

La mina vagante più degna di nota è Fernando Verdasco, la testa di serie numero cinque, che ha già vinto a Houston quattro anni fa. Quando Valencia 2004 fu l’ultimo torneo ad avere giocatori di un singolo paese per più della metà del tabellone, fu esattamente Verdasco ad alzare il trofeo. ◼︎

Houston and the Swarm of American Men

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