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Quello che può fare Madison Keys quando è pericolosa

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// L’anno scorso Madison Keys ha dovuto rinunciare agli Australian Open a causa di un infortunio alla spalla, per poi giocare meno della metà di stagione anche per via di una lesione al tendine a Wimbledon. Nonostante questo è riuscita a vincere partite a sufficienza da garantirsi la testa di serie numero 19 nel primo Slam del 2025. Ma è più forte di così.

Per certi versi, la mia è una considerazione ovvia. Battendo Jessica Pegula in finale ad Adelaide, si è portata al quattordicesimo posto della classifica ufficiale. Inoltre, una giocatrice capace di rimanere tra le prime 20 nonostante l’assenza prolungata sul circuito probabilmente ha un gioco migliore della posizione che occupa. Le valutazioni Elo sono infatti d’accordo, perché Keys è nona tra le donne, ad appena 33 punti dal quinto posto di Elena Rybakina. Ancora più impressionante è il modo in cui Keys ha vinto il torneo di Adelaide. Non ha mai servito così bene in anni, a indicazione di una spalla completamente guarita: ha giocato con estrema aggressività, una predisposizione da cui non si è mai tirata indietro, ma che a volte ha faticato a mantenere. E a tutto questo ha aggiunto numeri eccellenti alla risposta. La ventinovenne ha già due semifinali agli Australian Open, che potrebbero diventare tranquillamente tre.

È tornato il servizio

Quando tutto si allinea, nessun’altra sul circuito — con la possibile eccezione di Rybakina e Aryna Sabalenka — fa sembrare il servizio così facile. Non solo tira piatto e fortissimo al centro, ma aggiunge un po’ di effetto laterale, in modo che servizi che danno l’impressione di terminare leggermente fuori, finiscono invece sulla linea al millimetro. Con lo stesso effetto, la traiettoria dei servizi esterni diventa ancora più esterna. Se non entra la prima, può fare affidamento su alcune delle seconde più cariche di effetto del circuito. Per via della spalla o del tendine, Keys ha faticato a massimizzare il servizio, soprattutto agli US Open 2024. Nella sconfitta al terzo turno contro Elise Mertens, la velocità media della prima è stata poco meno di 160 km/h: su circa 100 partite Slam con a disposizione dati sul servizio, è stata solo la seconda volta, dopo il Roland Garros 2017, che ha servito così lento.

Nel primo turno a Melbourne contro Ann Li, la media sulla prima è stata di 175 km/h, cioè la più veloce di cui ho traccia dal 2015. Mi mancano dati sulla velocità nella settimana ad Adelaide, ma il risultato finale suggerisce che siamo nell’ordine delle tre cifre. In finale ha servito 10 ace, il 13% dei punti al servizio. In semifinale contro Liudmila Samsonova, gli ace sono stati 12, il 17% dei punti al servizio. In un breve quarto di finale contro Daria Kasatkina, è arrivata a 11 ace, un incredibile 21% dei punti al servizio, solo la quarta volta dal 2020 che ha superato il 20% e l’unica volta che ci è riuscita contro una delle prime 10. Ad Adelaide, per la prima volta dal 2019 Keys ha fatto ace per almeno il 10% dei punti al servizio in tre partite consecutive, cosa che non le era mai riuscita nel corso di un unico torneo dal 2016. Gli ace sono il massimo risultato perché generano punti immediati, ma sono anche molto utili a rappresentare l’efficacia del servizio su diverse altre situazioni. Contro Pegula, Keys ha sì vinto il 13% dei punti al servizio, ma il 41% dei suoi servizi non ha avuto risposta. È ulteriore segno di rinascita: in una dozzina di partite con dati punto per punto del Match Charting Project, è la prima volta che ha superato il 40% in quella categoria dagli Australian Open 2022, la sua più recente semifinale a Melbourne.

Nel 2024, Keys è riuscita a mitigare il problema alla spalla avviando il punto in modalità più conservativa. Non è stata così letale con la prima, ma ne ha messe di più in campo. Tra le prime 50 della WTA, solo Elina Avanesyan e Yulia Putintseva hanno sbagliato di meno sulla prima. Se Adelaide è di qualche indicazione, siamo tornati al solito lavoro, con qualche rischio in più e una prima di servizio che fa sfracelli.

Periodo    PVS     1maIn   %V 1ma   %V 2nda   
Adelaide   65.4%   63.4%   71.6%    54.8%  
2024       60.6%   68.2%   66.7%    47.4%

Non è un confronto omogeneo, perché il 2024 contiene molte partite sulla terra, di cui due contro Iga Swiatek. La differenza però è sufficiente a sottolineare il concetto. Il 60.6% dei punti vinti andava bene per l’ottavo miglior posto nel 2024. Il 65.4% invece è quasi due punti percentuali in più di quanto abbia fatto qualunque altra sul cemento. Una frequenza del 71.6% di prime vinte la metterebbe tra le prime 5, e nessuna è andata anche solo vicino a vincere il 44.8% di punti sulla seconda. Non voglio naturalmente dare troppa enfasi a un singolo torneo, è più facile apparire fortissimi quando si orienta il microscopio su una settimana da favola. Vale la pena però rimarcare il rendimento di Keys, perché quei numeri sono arrivati contro avversarie fortissime, rispettivamente la numero 16, 17, 9, 26 e 7. È una sequenza di partite più dura di quella che si può fronteggiare durante un’intera stagione. Dovesse Keys arrivare in semifinale a Melbourne, avrebbe un percorso più semplice di quello di Adelaide.

Colpi in libertà

Negli anni, Keys ha migliorato anche il gioco alla risposta e ha iniziato a trovarsi più a suo agio nello scambio lungo. Uno dei numeri più sorprendenti tra le sue statistiche è la percentuale di vittorie su terra battuta superiore a quella del cemento. Rimane comunque di natura una giocatrice aggressiva: il servizio non è l’unico colpo che può usare con la stessa forza delle altre, come non è l’unico che riesce a mandare sulla riga. In generale, più è offensiva, migliori i risultati che ottiene. L’infortunio alla spalla e al tendine l’hanno costretta a un gioco conservativo, adesso non è più così. In meno di 60 minuti in campo ha sbaragliato Kasatkina anche grazie, stando a un conteggio, a 38 vincenti. Contro Pegula i vincenti sono stati 40.

Possiedo dati su vincenti ed errori non forzati per circa un quarto delle partite in carriera di Keys, e la finale di Adelaide è stata la prima volta in cui ha collezionato 40 vincenti. Ed è anche avvenuto senza esagerare con gli errori non forzati, che sono stati 27, una quantità non eccessiva e valida per un indice di 1.5. Anche nella sconfitta contro Clara Tauson a Auckland la settimana precedente, ha colpito 38 vincenti a fronte di 30 errori non forzati, un rapporto che garantirebbe la vittoria della maggior parte delle partite sul circuito femminile. I migliori indicatori del ritrovato spirito d’attacco di Keys sono le varie metriche disponibili per misurare l’aggressività di gioco. Secondo l’Indice di Offensività dello Scambio — una misura di quanto spesso una giocatrice termina il punto a suo favore o sfavore dopo la risposta al servizio — ha realizzato 147 (la media è 0 e la maggior parte delle giocatrici si trova tra -100 e 100). Con l’Indice di Offensività alla Risposta — lo stesso concetto, ma specifico per le risposte al servizio — il valore è stato invece di +137. La media in carriera è di circa +100, ma nel 2024 è scesa sotto il +60 in entrambi gli indici. L’ultima volta che ha raggiunto almeno +137 in entrambe le metriche è stato il quarto di finale a Cincinnati 2019, quando ha battuto Venus Williams e vinto poi il torneo. Continuiamo a trovare traguardi raggiunti da Keys per la prima volta dal 2019, e quasi tutti si rifanno a quella settimana a Cincinnati (in cui, per coincidenza, ha battuto Kasatkina due set a zero). Con la possibile eccezione degli US Open 2017, in cui è arrivata in finale, Cincinnati è stata la migliore sequenza di rendimento della carriera. Nel 2025 ha ritrovato quel livello di forma.

Le chiavi della partita

C’è una differenza tra Cincinnati 2019 e Adelaide 2025, cioè che Keys è stata molto più brava alla risposta in Australia, vincendo il 48.1% dei punti, rispetto al 43.7% di Cincinnati. È raro per una giocatrice migliorare in modo sostanziale il gioco alla risposta a seguito del suo ingresso sul circuito maggiore, perché le altre imparano a batterti, le avversarie si fanno più toste e l’età rallenta la progressione. Eppure Keys, a ridosso dei trent’anni, è più forte di prima.

IMMAGINE 1 – Punti vinti alla risposta per stagione

Probabilmente il valore per il 2025 non rimarrà sopra il 47%, ma i risultati del 2023 e 2024 evidenziano la tendenza di fondo. L’anno scorso, il 44% di Keys è stato superiore a metà di quello delle prime 50, una dimostrazione di solidità per una giocatrice così prominente al servizio. I punti alla risposta sono manifestazione estrema dei ridotti margini del tennis: per gli standard delle prime 50, il 43% di punti vinti alla risposta è poco, il 44% è adeguato e il 45% è tanto. Il 47% di Keys di inizio stagione è da super élite, al punto che solo due giocatrici, Coco Gauff e Marketa Vondrousova, hanno fatto meglio di così lo scorso anno sul cemento.

Servirà del tempo prima di capire se la vittoria ad Adelaide è l’alba di una carriera risorta o solo un’eccezione. Sicuramente la stagione 2025 di Keys starà da qualche parte nel mezzo, almeno se riesce a non avere infortuni. Ci sono concrete ragioni per essere ottimisti, a incominciare dal fatto che è già successo prima, ha servito e attaccato fino a entrare nelle prime 10 nel 2016 e incominciato a rispondere meglio negli ultimi due anni. Se le due metà della mela si uniscono, non vedremo più la testa di serie (19) accanto al suo nome per lungo tempo (Keys ha trionfato agli Australian Open 2025, battendo in semifinale la numero 2 Swiatek e in finale la numero 1 Sabalenka, e ritornando tra le prime 10 al settimo posto, n.d.t.). ◼︎

This Is What a Dangerous Madison Keys Looks Like

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