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La WTA sta invecchiando bene

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Pubblicato il 5 settembre 2015 su StatsOnTheT – Traduzione di Edoardo Salvati

// Negli ultimi anni (grazie anche alle vittorie a Wimbledon 2016 e agli Australian Open 2017, che le hanno permesso di superare Steffi Graf nel numero di Slam vinti in singolare, n.d.t.) Serena Williams si è assicurata il titolo di atleta ultratrentenne più decorata.

Serena e le altre trentenni al vertice

Dieci anni fa, in pochi avrebbero creduto che una giocatrice – superata la soglia dei trent’anni – avrebbe raggiunto il suo massimo rendimento. Non ci sono dubbi che i risultati di Williams e il suo ritorno a livelli di vertice in questa fase della carriera siano eccezionali (almeno prima della pausa per la gravidanza, n.d.t.). Quello che forse è meno considerato è che Williams guida un gruppo di giocatrici con trenta o più anni all’apice del loro tennis.

Dal 1984 (il primo anno con dati affidabili sull’età delle giocatrici), l’età media delle giocatrici arrivate al terzo turno (R32) di uno Slam è aumentata da 22.3 a 25.9 anni, cioè di quasi 4 anni, come mostrato dall’immagine 1 (nella versione originale, è possibile visualizzare i singoli valori puntando il mouse sul grafico, n.d.t.).

IMMAGINE 1 – Andamento in termini di età delle giocatrici che avanzano al terzo turno di uno Slam nel periodo dal 1984 al 2015

Si tratta di una dinamica d’invecchiamento profondamente influenzata dal dominio di Williams? Agli US Open 2015, sette giocatrici di almeno trent’anni, tra cui le sorelle Williams e un’ispirata Petra Cetkovska, hanno raggiunto il terzo turno, il numero più alto di accessi a questa fase del torneo negli ultimi 30 anni.

È il segnale di una tendenza più diffusa del dominio negli Slam delle giocatrici che hanno superato i trent’anni. L’immagine 2 mostra i risultati migliori ottenuti da giocatrici di almeno trent’anni tra il 1984 e il 2014. Prima del 2004, raggiungevano il secondo turno non più di 5 giocatrici di almeno trent’anni. Negli ultimi dieci anni, ci si è avvicinati a 10 giocatrici, con una tendenza che sembra essere rialzista.

IMMAGINE 2 – Miglior risultato ottenuto da giocatrici di almeno trent’anni in uno Slam nel periodo dal 1984 al 2014

Un cambiamento generalizzato del gioco

L’invecchiamento per gli uomini si è manifestato con simili modalità. Trovare un nutrito gruppo di giocatori “vecchi” in entrambi i circuiti che sopravvive ad alti livelli dai primi anni 2000 è segnale dell’essere in presenza di un cambiamento generalizzato nella tipologia di tennis giocato.

La diffusione del gioco da fondo ha reso durata e resistenza fattori critici di successo come non era mai accaduto, e una giocatrice raggiunge la maggiore efficacia in queste caratteristiche nell’età compresa tra venticinque e trentacinque anni.

Le giocatrici più giovani, specialmente al di sotto dei vent’anni, stanno subendo gli effetti di un’evoluzione che favorisce le giocatrici più mature. Considerando i risultati migliori raggiunti dalle giovanissime negli Slam degli ultimi 30 anni, come mostrato nell’immagine 3, si osserva una considerevole diminuzione della loro presenza.

IMMAGINE 3 – Miglior risultato ottenuto da giocatrici non ancora ventenni in uno Slam nel periodo dal 1984 al 2014

Anzi, negli ultimi 5 anni, nessuna giocatrice con meno di vent’anni è andata oltre i quarti di finale di uno Slam (con l’eccezione di Jelena Ostapenko, Sloane Stephens, Eugenie Bouchard e Madison Keys, che hanno raggiunto almeno la semifinale, n.d.t.), e l’ultima vittoria risale al 2006 quando la diciannovenne Maria Sharapova ha vinto gli US Open (impresa poi replicata da Ostapenko, vincitrice al Roland Garros 2017, due giorni dopo aver compiuto vent’anni, n.d.t.). ◼︎

WTA – Aging with Greatness

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