Il più grande archivio italiano di analisi statistiche sul tennis professionistico. Parte di Tennis Abstract

Probabilmente il più grande archivio italiano di analisi statistiche sul tennis professionistico. Parte di Tennis Abstract

La competitività delle prime 15 sull’arco di tre decenni

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Pubblicato il 29 agosto 2021 su HiddenGameOfTennis – Traduzione di Edoardo Salvati

// A ciascuno la sua era di tennis favorita. Magari quella degli anni in cui si è cresciuti, o magari quella di adesso. Qualunque essa sia, c’è la tendenza a valutare le altre epoche secondo gli standard imposti dalla propria era preferita. Ad esempio, ho l’impressione (anche se la mia memoria non è sempre affidabile) che la numero 10 attuale sia generalmente più forte, rispetto alle prime 3 della classifica, di quanto la numero 10 negli anni ’90 non fosse rispetto alle prime 3 della classifica di allora. È così? Non so dirlo, ma vediamo cosa si può trovare nel tennis femminile.   

A differenza di altri sport, nel tennis non si riesce a determinare la distribuzione di talento sulla base delle statistiche derivanti dalla partita perché, contrariamente a quanto accade altrove, il calendario del tennis è fortemente sbilanciato. Ogni giocatrice si trova a giocare tornei diversi contro una combinazione di avversarie non omogenea, e la stessa cosa si ripete nelle stagioni a seguire.

Quesiti distributivi di questa natura hanno certamente una risoluzione matematica avanzata (ad esempio, con una normalizzazione e successivo confronto delle statistiche giocatrice per giocatrice, cosa che ho provato a fare); ai fini dell’analisi odierna, prendiamo alcuni dati di base per capire quali risultati ne emergono. 

Si tratta di tutte le partite in cui la giocatrice in esame ha una classifica nelle prime 3 posizioni (numero 1, numero 2 o numero 3 del mondo) e la sua avversaria è classificata in uno dei seguenti gruppi: dalla numero 4 alla numero 6, dalla numero 7 alla numero 9, dalla numero 10 alla numero 12, e dalla numero 13 alla numero 15. Sono gruppi che ho determinato in modo arbitrario. Non ho infatti alcuna prova che la numero 6 sia davvero migliore della numero 7, per fare un esempio. È solo un modo ordinato per suddividere le giocatrici, da brave a molto brave, che rappresentano la minaccia più concreta alle prime 3 del mondo. 

Ho poi creato sei sezioni, ognuna con al centro una tabella. Come ha scritto Rob Nayer in uno dei miei libri preferiti sul baseball: “Mi piacciono le tabelle, ma magari a voi no”. Le sezioni sono: Percentuale di vittorie, Percentuale di set vinti, Percentuale di game vinti, Percentuale di partite al terzo set, Percentuale netta di set a senso unico e Percentuale di set combattuti.  

In tutte le tabelle, le righe identificano i decenni (’90, ’00, ’10), mentre le colonne riportano i gruppi di suddivisione delle avversarie. Nel caso ve lo chiedeste, non sono andato più indietro nel tempo agli anni ’70 e ’80 perché non possiedo una classifica completa nel mio database di quel periodo anno per anno. Mi prometto di aggiornare l’analisi con i dati completi, anche perché gli anni ’80 sono la mia era di riferimento. 

Percentuale di vittorie

Non servono grandi spiegazioni. Si tratta delle vittorie delle prime 3 come percentuale di partite giocate contro avversarie dei gruppi stabiliti. Se effettivamente è diventato più difficile per le prime 3 battere le restanti tra le prime 15, ci aspettiamo che la percentuale di vittorie diminuisca da una colonna alla seguente.  

Percentuale di set vinti

Anche questo indicatore è di intuizione immediata. Si tratta del numero di set vinti dalle prime 3 come percentuale dei set giocati contro avversarie dei gruppi stabiliti. Ad eccezione del gruppo dalla numero 4 alla numero 6, ci sono prove più marcate del fatto che le prime 3 hanno avuto una concorrenza più intensa dal resto delle prime 15 nel decennio più recente. 

Percentuale di game vinti

Di facile comprensione. Anche qui, abbastanza stabile contro il gruppo dalla numero 4 alla numero 6 e poca variazione dal 2000 al 2010 per avversarie dalla numero 7 alla numero 9, ma altrimenti in linea con una competizione più intensa. 

Percentuale di partite al terzo set

Si tratta della percentuale di partite che sono andate al terzo set contro avversarie dei gruppi stabiliti. Se effettivamente è diventato più difficile per le prime 3 battere le restanti tra le prime 15, ci aspettiamo che la percentuale di vittorie aumenti da una colonna alla seguente. In realtà i numeri sono più variabili, anche se nel decennio dal 2010 ci sono state certamente più partite al terzo set contro avversarie tra la numero 10 e la numero 15 rispetto a quante ce ne siano state negli anni ’90. 

Percentuale netta di set a senso unico

C’è un sistema per definire la non competitività di un set, ed è abbastanza semplice. Se la differenza fra game vinti e persi dalla vincitrice del set è almeno quattro (ad esempio un set che finisce con il punteggio di 6-2, 6-1 o 6-0), si parla di set a senso unico. La percentuale netta di set a senso unico restituisce quindi il valore netto tra i set a senso unico vinti e persi da una giocatrice. Le prime 3 del mondo hanno una percentuale netta positiva contro avversarie di tutti gli altri gruppi,  come ci si sarebbe atteso. C’è però un caso estremamente ridotto in cui le più forti hanno avuto un valore netto di set a senso unico negativo, e solo al terzo set, cioè contro le giocatrici del gruppo dalla numero 4 alla numero 6 negli anni ’10, ma complessivamente quel valore è positivo per quel decennio contro quel gruppo.  

La tabella riepiloga la percentuale netta di set a senso unico rispetto al numero totale di set giocati contro avversarie dei gruppi stabiliti. Se effettivamente è diventato più difficile per le prime 3 battere le restanti tra le prime 15, ci aspettiamo che la percentuale di vittorie diminuisca da una colonna alla seguente. Ritengo che questa tabella sia molto interessante, anche se la spiegazione potrebbe andare oltre il tema della competitività. 

Solo per fare un esempio, nel decennio ’90 era quasi all’ordine del giorno avere set a senso unico contro avversare del gruppo dalla numero 10 alla numero 15, mentre negli anni ’10 sono stati abbastanza rari. 

Percentuale di set combattuti

Un set combattuto è l’opposto di un set a senso unico. Succede quando ci sono non più di due game tra le giocatrici, tranne che per i set con punteggio di 6-4, in cui solitamente si è verificato un solo break. Sono set combattuti quelli ad esempio con punteggio di 7-5, 7-6 o 14-16. 

La tabella riporta i set combattuti come percentuale di tutti i set giocati contro avversarie dei gruppi stabiliti. A differenza della sezione precedente, il conteggio qui non è un valore netto, quindi un set combattuto è riportato in questa tabella anche se le prime 3 hanno perso quel set combattuto. Se effettivamente è diventato più difficile per le prime 3 battere le restanti tra le prime 15, ci aspettiamo che la percentuale di vittorie aumenti da una colonna alla seguente.

Forse la tabella sarebbe apparsa diversa se avessi considerato la percentuale netta di set combattuti ma, se si escludono le avversarie del gruppo dalla numero 4 alla numero 6 (e di poco), non c’è una tendenza marcata. Mi viene da pensare che la percentuale di set combattuti rifletta lo stile di gioco, sempre più portato al rischio con il passare dei decenni. Quindi, anche se oggi le prime 3 affrontano una competizione più serrata da parte delle altre tra le prime 15 (aspetto che farebbe aumentare il numero di set combattuti), è più probabile che le avversarie vadano fuori giri contro giocatrici con una classifica più alta, così da ridurre la percentuale di set combattuti. Quando forzare la mano non funziona (o funziona esponenzialmente), ne è affetta anche la percentuale di set a senso unico. ◼︎ 

Competitiveness of Top 15 Women Over Three Decades

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